partenza e arrivo: Cocconato
in sella
La nostra partenza è fissata davanti all’Ufficio turistico in piazza Cavour a pochi passi dalla Ciclofficina. Controllata la bicicletta, allacciato stretto il casco, accese le luci di posizione, fatto rifornimento di acqua e integratori, sistemati cellulare, macchina fotografica e telecamera è ora di partire. Ricordatevi di portare con voi uno zainetto o dotatevi di una borsa da agganciare alla bici: si parte alla caccia di tesori gastronomici! Dopo essere scesi nella piazza del mercato sottostante si imbocca la provinciale 18 lasciandosi a destra le scuole.
Poco dopo, al primo tornante, c’è subito la deviazione (sul navigatore seguire via Mondo) per il parco forestale Alberone, nato da un’idea e dalla generosità del designer Beppe Conrotto. L’area si estende su una superficie di 250.000 metri quadri ed è stata realizzata come esempio per la fruizione ecosostenibile degli ultimi boschi del Monferrato, finalizzata alla valorizzazione della fauna e della flora rigorosamente autoctone. Il percorso si snoda ad anello per circa 2,5 km circa ed è strutturato in stradine comodamente percorribili. Lungo il percorso si incontrano tre punti informativi soprannominati “stazioni”. Il parco, ad ingresso gratuito, è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20.
Tornati sulla provinciale 18 si nota subito la grande scritta Cocconato in acciaio korten adagiata sul tornante. Al bivio successivo bisogna fare attenzione a svoltare a destra per rimanere sulla 18 e non prendere la provinciale 20 che porta invece al parcheggio della Conbipel e alla chiesa della Madonna della neve da cui si gode un’ottima vista su una bella fetta di Monferrato. Dopo poche pedalate sulla 18 si incontra la frazione di Banengo, il cosiddetto paese degli gnomi per la presenza, davanti alla case e sul ciglio della strada, di decine in installazioni in legno a forma di gnomi. Sempre seguendo la segnaletica per Montiglio, poco dopo la 18 si immette sulla 34 che diventa quindi sp 22. Per salire al castello, la nostra prima tappa, conviene imboccare, all’inizio del paese, sulla sinistra, la via Vincenzo Cocconito. In totale sono 6,2 chilometri che si possono percorrere in 30 minuti.
le soste golose
ristoranti
• CANNON D’ORO
piazza Cavour, 21 - tel. 0141907794 - www.cannondoro.it
All’interno di un albergo attivo dal 1876 la famiglia Tortia propone un menu di chiara ispirazione piemontese dove la specialità è il fritto misto piemontese (anche vegetariano).
• CASCINA ROSENGANA AGRITURISMO E BED&CHARME
via Liprandi, 50 - tel. 0141907857
In una bella location, con 6 camere affacciate sul giardino con piscina e una bottega in cui acquistare i prodotti aziendali. Fra i piatti curiosi: maciottina, robiola fresca servita con salsina di verdure e senape; rosa di plin (pasta ripiena e arrotolata servita con burro alle erbe aromatiche); cono di riso Venere con battuta di carne e le sue salse. Gelato di produzione propria.
• CANTINA DEL PONTE
Piazza Cavour, 25 - tel 0141907003 - www.cantinadelponte.it
E’ l’azienda Maciot biologica e biodinamica a rifornire di materie prime questa trattoria-vineria calda e familiare. Tra i piatti da segnalare le caratteristiche schisciole condite in una di serie di golose varianti e i Cocconati (ravioli di robiola e prosciutto crudo) con burro e nocciole.
LOCANDA MARTELLETTI
Piazza Statuto, 10 - tel 0141907686 - info@locandamartelletti.it
La prima notizia certa del Palazzo che ospita il ristorante risale al 1775. Belle sale e ottima accoglienza per un locale che offre la cucina tipica piemontese reinterpretata. Fondamentale la partnership con l’azienda vinicola Poggio Ridente. La locanda offre anche 9 camere tra cui 3 junior suites. Tra i servizi offerti degustazioni e un servizio di massaggi in camera.
COCCONATO BELL’E BUONO
Osteria e Pizzeria in via Roma - tel 01411656565
Sotto il marchio Cocconato Bell’e buono Alberto Marchetti, il celebre gelatiere torinese, ha raccolto il suo progetto di rigenerazione di Cocconato, paese della sua infanzia. In pochi metri la proposta del consorzio si traduce in un’osteria. che propone piatti tradizionali di qualità e in una pizzeria gourmet. Sempre in piazza c’è il negozio Salumeria dove acquistare i prodotti di gastronomia che servono come base per l’osteria, compresi i ravioli ripieni di robiola di Cocconato. A pochi metri, in via Alfieri, c’è anche una gelateria della catena.
cantine
• CANTINE BAVA
strada Monferrato, 2 - tel. 0141907083 - www.bava.it
È un vero e proprio showroom dei golosi la storica sede di questa cantina che annovera anche gli spumanti Alta Langa di Cocchi e il famoso Barolo Chinato, oltre a una teoria di Vermouth, che si abbinano ai campioni dei migliori cioccolatieri d’Italia, essendo anche la sede della “Tavoletta del Cioccolato”.
• CANTINA NICOLA
strada Roletto Rocca 10 - tel. 3333906436 - 392543291 - www.cantinanicola.com
Certamente cantina, con Barbera e Freisa davvero ottimi, ma anche agriturismo ispirato al fine dining con la sorprendente giovane cuoca Alessia Rolla che ha meritato la corona radiosa de IlGolosario.
• POGGIO RIDENTE
corso Pinin Giachino, 91 - tel. 3519703573 - www.poggioridente.it
Cecilia Zucca coltiva 13 ettari di vigneto dedicati a vitigni tradizionali e internazionali, con il Ruchè di Castagnole Monferrato “San Marziano” come fiore all’occhiello. Degni di nota anche Grignolino e Barbera d’Asti Superiore “San Sebastiano”. La cantina offre degustazioni su prenotazione e pic-nic in vigna (stagionali).
cosa vedere
Grazie alla sua posizione geografica, Cocconato, inserito da molti anni nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia del Tci, gode di un clima particolarmente mite. Questa caratteristica, nonostante un’altitudine massima di 491 metri, vale a Cocconato il soprannome di “Riviera del Monferrato”. Molto antiche le origini, visto che la zona collinare pare ospitasse un insediamento romano e che l’origine del nome sia latina: Cocconato deriva infatti da “cum conatu”, ovvero “con sforzo”. Per fortuna oggi raggiungere il borgo, anche in bicicletta, è molto più semplice. Ma non è un caso che la Bicicletta golosa abbia fissato qui la base di partenza e di arrivo del nostro itinerario della Freisa e dei castelli. Cocconato dispone di diversi parcheggi in centro a cominciare da quello recentemente realizzato su corso Pinin Giachino, ma l’auto si può lasciare nella sottostate piazza porticata dove si tiene il mercato, nei parcheggi realizzati accanto al cimitero o a quello ben più ampio lungo via Liprandi accanto allo show room della Conbipel, azienda nata e cresciuta in zona. Cocconato, in questo senso, è un centro ben attrezzato abituato, ma questo lo vedremo poco più avanti, ad accogliere turisti per le sue tante manifestazioni ed eventi.
A partire dal X secolo la storia di Cocconato si lega a quella dei Radicati, conti che lo resero uno stato autonomo e ne mantennero il controllo per ben 400 anni. Dal 1480 e fino al 1586 il feudo diviene poi parte dei possedimenti dei Savoia. Segue un periodo buio e anche una rinascita quando, divenuto possedimento napoleonico, Cocconato diventa sede di una delle stazioni del telegrafo ottico Chappe per collegare Parigi, Milano e Venezia. Entrare nel centro storico di Cocconato è come addentrarsi in un piccolo borgo medievale: le strette vie si inerpicano verso la Chiesa che sormonta il paese. Partendo da piazza Cavour, sulla quale si affacciano bar e negozi di prodotti tipici, si imbocca via Roma e ci si addentra nel borgo tra balconcini liberty e porte decorate, fino ad arrivare ai portici di Palazzo Comunale, un raro esempio piemontese di edificio civile in stile gotico. Da segnalare anche la chiesa della Santissima Trinità, edificata nel 1617 come voto contro la peste. Al suo interno, una tela di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo. Impossibile non notare in cima alla strada la chiesa intitolata a Santa Maria della Consolazione, che si erge in cima alla collina. Proprio accanto alla chiesa si individua l’ex torre medievale appartenente ai Radicati e poi trasformata in abitazione privata.
Con una lunga tradizione di ospitalità (all’inizio del ‘900 contava una ventina di ristoranti) colpisce di Cocconato la sua capacità di organizzare eventi di grande richiamo e l’offerta in termini di trattorie, botteghe e cantine. Il mese più importante è settembre dove, in base al calendario annuale dei week end, si svolgono Coccowine, rassegna di vini e sapori del Monferrato con banchi di assaggio (info gowinet.it), la Festa patronale con serate di cibo e musica, il Mercatino medievale, una serata medievale in attesa del Palio e il celebre Palio di Cocconato con la sfilata storica in costumi medievali e la corsa degli asini a cui partecipano le 8 borgate. Il 25 aprile Cocconato ospita la tradizionale fiera di San Marco, mentre il mese di maggio è dedicato alla manifestazione CoccoBeer. Importante anche l’evento organizzato per Natale dall’8 dicembre al 6 gennaio con il Borgo e i suoi presepi, con decine di installazioni create dai residenti lungo le strade del paese. Info: www.comune.cocconato.at.it e cocconatoufficioturistico@gmail.com - tel. 014160007.
lA DEVIAZIONE - La ciclofficina dove si può noleggiare una e-bike
Tra le iniziative della Combriccola Marchetti, il gruppo di imprenditori legati ad Alberto Marchetti per promuovere il rilancio di Cocconato e del Monferrato, c’è anche l’apertura di una Ciclofficina nella centrale piazza Cavour. Spazio tecnico disponibile per riparazioni, l’attività, gestita da Leo Longo (fondatore del brand Bicierin, che a Torino conta già due ciclofficine con cucina) offre il noleggio di bici Thok Ebikes o scooter Nito Bikes.
Info: tel. 01411656565 - www.listnride.it
Tra le iniziative di Longo anche il lancio, nel marzo del 2025, di Turin Hills, un viaggio gravel in bikepacking da Torino a Cocconato. Una due giorni con partenza al sabato dal Motovelodromo di Torino verso Cocconato d’Asti. La domenica rientro a Torino con un secondo tracciato per completare un anello con due percorsi: il primo di 190 km e quasi 4.000 metri di dislivello, il secondo di 140 km e 2.300 metri di dislivello.
TAPPA 1 - MONTIGLIO monferrato
in sella
Fatta una pausa e rifocillati, si inforca la bici in direzione Murisengo. Dal castello di Montiglio si scende verso sinistra lungo la centrale via Roma per raggiungere la sp 34 che porta alla stazione di Montiglio. Dopo circa 2 km bisogna fare attenzione ad evitare la rotonda lungo lo stradone sp 34 (ma anche la segnaletica stradale per Murisengo più adatta alle auto). Bisogna invece girare a sinistra per imboccare la provinciale 90 ed accertarsi di passare la frazione di Corziagno. La strada nell’ultimo tratto prende il nome di via Asti per poi diventare via Umberto I, l’arteria che conduce direttamente al castello. In totale sono 5,5 km con una percorrenza media di 25 minuti.
La variante corta
Per chi vuole ridurre il tracciato perché utilizza una bici muscolare o una mtb, dal centro di Montiglio si può raggiungere Cocconato passando da Montechiaro, Cortanze, Piea e Piovà Massaia. In pratica percorrendo la provinciale 22 e la provinciale 1 si raggiunge in circa 35/40 minuti Montechiaro tagliando fuori Murisengo e Frinco. Da Montechiaro il percorso è lo stesso. La somma totale del chilometraggio ridotto arriva a 28 km con un tempo stimato di circa 2 ore.
le soste golose
Produttori
MOLINO STROPPIANA
via Stazione, 39 tel. 0141994162
Un molino di qualità che offre un’ampia gamma di prodotti: dalle farine macinate a pietra alla farina 00 Manitoba per
grandi lievitati.
cosa vedere
La storia di Montiglio è legata in modo indissolubile al suo castello.
In quanto avamposto del Marchesato del Monferrato, il castello Borsarelli di Rifreddo ebbe ruolo strategico nella storia e fu più volte teatro di scontri e di conquiste. Dell’originario edificio medievale resta ben poco: esso venne completamente distrutto nel 1305, per poi essere ricostruito nel corso dei secoli seguenti. Progettato come pura fortezza, successivamente venne ampliato per ospitare un numero crescente di famiglie nobiliari. Il castello si affaccia su un elegante parco, che ospita un labirinto di siepi e di alloro. All’interno del castello si trova inoltre la cappella di Sant’Andrea, edificio trecentesco che ospita alcuni affreschi del Maestro di Montiglio (altre sue opere sono visibili all’interno dell’Abazia di Vezzolano).
Tra le caratteristiche di Montiglio anche quello di essere il paese della meridiane. Tra il centro storico e le frazioni sono più di cinquanta e sono tutte diverse: colorate, vivaci, con massime e citazioni che fanno riflettere sul tema del tempo. Quasi tutte le meridiane di Montiglio sono opera dell’artista Mario Tebenghi (1922-2019). Le iscrizioni sono le più disparate: alcune in italiano, alcune in dialetto, alcune in lingue straniere. Non ci sono però soltanto le meridiane a segnare artisticamente Montiglio. Poco distante dal centro del paese c’è l’interessante Pieve di San Lorenzo. La Pieve sorge isolata accanto al cimitero. Di grande interesse sono i capitelli interni, tutti diversi tra loro, che sormontano le semicolonne e i pilastri formando nel loro insieme una gamma di motivi tipici dell'iconografia medievale. Oltre a capitelli con motivi vegetali e motivi a intrecci, sono presenti capitelli con sirene bicaudate, figure mostruose, uccelli con chicchi d'uva nel becco, figure umane avviluppate da tralci di vite ed altro ancora.
Montiglio ospita ad ottobre una importante Fiera regionale del tartufo.
lA DEVIAZIONE - L’itinerario In bici Montiglio Monferrato - Pieve di San Lorenzo
Attorno a Montiglio Monferrato si sviluppa un itinerario per mtb di visitPiemonte.it, il sito turistico della Regione Piemonte. “Montiglio Monferrato - Pieve di San Lorenzo” consiste in un facile anello di circa 10 km in ambiente campestre con al centro la pieve romanica di San Lorenzo.
Info e traccia Gpx scaricabile su: visitpiemonte.com/itinerari/montiglio-monferrato-pieve-di-san-lorenzo
TAPPA 2 - MURISENGO
in sella
Dal castello di Murisengo si ripercorrono via Umberto I e via Asti, ma invece che imboccare la strada per Corziagno da cui siamo arrivati si prende la provinciale 3 in direzione Scandeluzza. All’altezza della frazione di Albarengo Alto e cioè a 1,4 km dalla partenza la strada diventa 86. Superato il centro di Scandeluzza, riconoscibile per ben tre chiese, la più importante delle quali è dedicata a San Bernardino, si scende verso il fondovalle sulla provinciale 2. In questo tratto, per i più curiosi, c’è una doppia tentazione e cioè quella di osservare in pochi chilometri due castelli. A ovest della sp 2 c’è il castello di Colcavagno che amministrativamente si trova nel comune di Montiglio. Risalente all’anno 1000, il castello è di proprietà privata ed ospita il museo Gli Arnesi della Memoria - Memory tales and tools, promosso dalla Fondazione Paolo Ferraris (Info: www.fondazionepaoloferraris.it). A Colcavagno si può anche vedere nel cimitero la deliziosa Chiesa romanica di San Vittore e Corona.
Ad est della provinciale 2 si può invece raggiungere, con una breve deviazione, il castello di Rinco, maniero duecentesco che fu dei Conti Pallio di Rinco. Anche lui ricadente nel comune di Montiglio Il castello presenta una torre quadrata del X secolo. Il resto dell’edificio fu trasformato in residenza signorile nel XV secolo ed in seguito dotato di un bel giardino e di sale affrescate nel XVII secolo. Il castello di Rinco ha una particolarità: in pratica può essere definito un condominio nobiliare con tanto di piscina. Dopo l’ultimo restauro è stato suddiviso in varie proprietà immobiliari vendute separatamente.
Ma tornando al nostro percorso, la Sp2 finisce sulla provinciale 22, la strada più trafficata della zona. Qui si percorrono circa 3 chilometri per poi svoltare a destra sulla provinciale 92 che conduce in un bel tratto bucolico al castello di Frinco. In totale, al netto delle due deviazioni per i castelli di Rinco e Colcavagno, sono 13,6 chilometri percorribili, senza sforzi, in circa 65 minuti.
le soste golose
Negozi
BOTTEGA DELLA CARNE
via Chivasso, 7 - tel. 0141993661
Qui la carne di vitelli e suini allevati in Piemonte, e soprattutto un ottimo salame crudo ben stagionato; ma anche salame cotto, fiammiferini (tipo cacciatorini), filetto di maiale stagionato e mocetta di maiale.
PASTICCERIA QUILICO
via Umberto I, 76 - tel. 0141993182 - 3331948002
Qui sfornano una delle migliori torte di nocciole di tutto il Piemonte, ma anche i brutti e buoni e gli amaretti. Una garanzia!
Cantine
ISABELLA
via Gianoli, 64 tel. 0141693000 - www.isabellavini.it
Nata come tenuta di caccia nel 1712, nel 2008 Emma e Gabriele Calvo l’hanno trasformata in un’azienda biologica certificata. Il loro Grignolino del Monferrato Casalese “Montecastello”; (è un’eccellenza, affiancato da Barbera d’Asti di pregio e un curioso Bianco da uve baratuciat. La Canonica di Corteranzo offre ospitalità di lusso, con camere, agriturismo, piscina, sauna e zona benessere.
cosa vedere
Arte e trifula sono un bel binomio e Murisengo li rappresenta al meglio. Il paese è sovrastato dalla parrocchiale di Sant’Antonio Abate con un notevole interno a croce greca con decorazioni barocche. Nella piazzetta davanti alla Chiesa c’è un belvedere - la Bicicletta golosa ha un debole per i punti panoramici - con tanto di cartello esplicativo (www.monferratopaesaggi.org).
Pezzo forte del paese è il castello Guasco di Bisio, che conserva una torre del Trecento. Rimaneggiato nell’800, il castello risale al X secolo. Nel 1813 ospitò anche Silvio Pellico ed una targa ricorda l’evento. Oggi il castello è sede di eventi e cerimonie (Info: www.castellodimurisengo.it). La fiera nazionale del tartufo “Trifola d’or” si svolge ogni anno a novembre.
TAPPA 3 - frinco
in sella
Dal castello di Frinco si torna sempre sulla Sp92 e quindi sulla 22. Qui il bivio a sinistra è solo dopo 600 metri. Ci si immette sulla sp 79 poi sp 82 che porta alla base del paese di Villa San Secondo. Da menzionare in questo tratto la bella chiesetta campestre di Santa Maria di Aniceto che risale al Medioevo.
Villa San Secondo è ben riconoscibile dalla chiesa dei santi Matteo e Secondo. Proseguendo sulla provinciale 52 si arriva comodamente a Montechiaro d'Asti con tappa nella piazza del mercato che con una scala moderna porta direttamente al centro storico segnata dalla chiesa di San Bartolomeo e dal Municipio.
In totale sono 6,3 km percorribili con le dovute soste per foto e selfie in 40 minuti.
le soste golose
negozi
MACELLERIA ZUCCONE
via Vittorio Emanuele II, 46 - tel. 0141904110
In questa macelleria storica si trovano carni di bovini e vitelli allevati e macellati in proprio. Quindi tutti i tagli piemontesi tra cui il bue grasso, oltre a prodotti tipici del territorio, come formaggi e salumi. Buonissimo il salame cotto e, nel reparto gastronomia, gli agnolotti.
cosa vedere
Il nome di Frinco ha origini germaniche (anticamente Freengo, Frengo o Fringo) e l'abitato nasce probabilmente nel IX secolo dopo l'invasione dei Franchi, anche se il borgo si consolida nel 1100-1200. Il primo documento scritto che testimonia l'esistenza del paese risale al 18 aprile 1117. A dominare il profilo di Frinco è il castello, un edificio imponente con il lato rivolto a sud-est che avanza con due grandi alti archi a sesto acuto sulla piazzetta della chiesa parrocchiale.
Nel medioevo fu feudo imperiale, i signori ricevevano l'investitura direttamente dall'Imperatore del Sacro Romano Impero. Nel XVII secolo il castello fu più volte assediato e il paese saccheggiato dalle truppe francesi che attraversarono questi luoghi alla volta di Torino. Tra il 1915 e il 1918 il castello fu requisito e divenne uno dei più grandi centri di reclusione di prigionieri austro-ungarici. Passato di proprietà diverse volte con alterne fortune nel 2019 viene acquisito dal Comune grazie ad un contributo della Regione Piemonte. Luogo di eventi dal 2022, il castello, attualmente in fase di restauro, entra poi nel circuito delle giornate d'autunno FAI.
TAPPA 4 - montechiaro d'asti
in sella
Dal centro di Montechiaro (accanto alla scala accanto alla Torre c’è una fontanella pubblica per rabboccare la borraccia) si procede sulla strada da dove si è arrivati ma si svolta subito subito sulla sinistra in vicolo Morelli. Poi si pedala sempre dritto per 350 metri lasciandosi a destra il pilone votivo dedicato a Sant’Antonio Abate e si imbocca la via San Sebastiano.
Dopo un breve tratto, all’altezza della cappella di San Sebastiano, si svolta a sinistra per via Montechiaro. Questa strada, grazie ad alcune dolci curve senza troppo pendenza, porta direttamente al castello di Cortanze dove si può fare una breve sosta anche per ammirare il paesaggio.
Il percorso, stavolta breve, è di 2,4 km, percorribili in meno di 15 minuti.
le soste golose
Ristoranti
TRE COLLI
piazza del Mercato, 5 - tel. 0141901027 - www.trecolli.com
La terrazza panoramica da cui si osservano le colline è già un buon motivo per fermarsi. Piatti imperdibili: agnolotti astigiani a “culo nudo” (senza condimento); arrosto di Fassone al ristretto di aceto balsamico e patate. Torta di nocciole montechiarese e crema al mascarpone
Negozi
PANETTERIA PASTICCERIA F.LLI PANZINI
via Roma, 45 - tel. 0141999193
La nocciola è l’ingrediente principale della loro superba Torta di nocciole e dei baci di dama. Oltre ai dolci, speciali sono i grissini e la Biova piemontese.
cosa vedere
Fondato come borgo nuovo nel 1200, Montechiaro d'Asti conserva un’importante vestigia medievale nella Torre civica quadrata del XIII secolo che ospita anche l’associazione che rappresenta il paese al palio di Asti. Entrati dalla porta accanto alla Torre si incontra subito il Municipio, ex casa-forte, la Chiesa di San Bartolomeo che risale al 1400: la Parrocchiale di Santa Caterina è invece barocca. Ci sono poi tre piccoli gioielli: la Confraternita di Sant’Anna, quella della SS Annunziata e la Cappella di Sant’Antonio Abate, tutte barocche.
Il territorio di Montechiaro che a novembre ospita una popolare fiera del tartufo, comprende anche la chiesa dei SS. Nazario e Celso, capolavoro dell’arte romanica con un bellissimo campanile caratterizzato dall'effetto cromatico dato dalle fasce alternate di mattoni e di arenaria. La chiesa è in una posizione molto suggestiva, dalla quale si può ammirare un magnifico panorama sul paesaggio collinare circostante, fino all'arco alpino, con il Monviso sullo sfondo
lA DEVIAZIONE - L’itinerario In bici: Romanico fra colli e castelli
Attorno a Montechiaro si sviluppa anche un itinerario per mtb di www.visitpiemonte.it, il sito turistico ufficiale della Regione Piemonte. “Romanico tra colli e castelli “ comprende anche Corsione, Montiglio, Frinco, Tonco, Villa San Secondo, Alfiano Natta, Murisengo e Villadeati. Impegnativo a livello 2 in una scala su 5 , il percorso di sviluppa per 32 km. Il percorso si dipana tra vigneti e colline con notevoli panorami e vedute sull’arco alpino.
Info e traccia Gpx scaricabile su www.visitpiemonte.com/itinerari/romanico-fra-colli-e-castelli
TAPPA 5 - CORTANZE-PIEA-PIOVA’ MASSAIA-RITORNO COCCONATO
in sella
Da Cortanze, tramite via Roma, si prende la Sp 1c via Piea che conduce in una volata al castello di Piea, appoggiato su un bel colle e con una vista notevole. Qui gli e-biker possono ricaricare la bicicletta alla colonnina che si trova a lato del cancello di ingresso e prendere un po’ di fiato. Dal castello di Piea si torna in direzione nord est e si riprende, svoltando a sinistra (quindi in direzione opposta), la provinciale 1c.
Si devia quindi di nuovo a sinistra e si prende la provinciale 80 che si inserisce sulla via Umberto I, la strada che porta a Piovà Massaia, molto riconoscibile per la chiesa dei santi Pietro e Giorgio. Come punti di riferimento bisogna lasciarsi a sinistra il cimitero e a destra la chiesa di San Martino. Saliti nella parte alta di Piovà Massaia non ci resta che riscendere ed imboccare la provinciale 84, strada che conduce direttamente allo striscione di arrivo di Cocconato. Un ultimo sforzo che potrebbe essere premiato da una sosta alla big bench 156, una delle più suggestive della zona. Info sulla rete panchine giganti: www.bigbenchcommunityproject.org In totale, compresa la deviazione a Piovà Massaia, sono 10,4 km chilometri da percorrere in 55 minuti senza mettere sotto troppo sforzo polpacci, cosce e glutei.
le soste golose
AZIENDA AGRICOLA GERMANO BRUNO
via Vallunga, 61 - tel. 0141901853 - prge75@alice.it
L′Azienda Agricola Germano a Vallunga di Piea alleva suini e li trasforma per la vendita di carni e salumi di alta qualità. Nata per iniziativa di Germano Bruno e di sua moglie Angelina, nel 2002 l′attività è passata ai figli Piero e Milena. Diversi i salumi in produzione tra cui salami crudi, cotti, lonza al moscato, cotechini, zamponi e lingua. Lo spaccio è aperto dal martedì al sabato.
Cosa vedere
Arrivati a Cortanze tiriamo un po’ il fiato. Controlliamo la pressione delle gomme e lo stato della nostra bici/destriero. Se necessario colleghiamo cellulare e navigatore alla power bank che, diligentemente, ci siano portati dietro. Cortanze piccolo centro della Val Rilate, noto per il suo castello, ha un nobile trascorso ferroviario che la dice lunga sul declino del trasporto locale. Tra il 1882 e il 1915 Cortanze fu capolinea di una tranvia a vapore per Asti. Cortanze veniva collegata al capoluogo con quattro corse giornaliere, della durata di 1 h e 30.
A dominare il paese il castello che si trova sulla cresta della collina e presenta una pianta a trapezio, aperta sul lato a nord-est con un’importante torre cilindrica merlata a “code di rondine” e con finestre a sesto acuto. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito diversi passaggi di proprietà: dal vescovo di Asti ai Roero, che ne mantengono la proprietà fino alla fine dell’Ottocento. L’intero complesso è circondato da un parco, cui si accede attraverso una rampa ed un cancello in stile barocco. Recentemente il castello è stato restaurato per essere trasformato in una struttura ricettiva, specializzata in matrimoni ed eventi (Info: www.castellodicortanze.com). Cortanze ospita ad agosto la sagra dell’agnolotto.
La tappa successiva è Piea, un altro paese segnato dal suo castello che si mostra in tutta la sua imponenza, circondato da un parco di rara bellezza. Di impianto medievale risalente al XII secolo è tra il 1720 e il 1760, dopo imponenti lavori di restauro, che il castello viene a perdere il carattere di fortezza per assumere l’aspetto di palazzo residenziale. Oggi l’edificio si presenta come costruzione massiccia in cotto senza particolari strutture o abbellimenti tipici della fantasia barocca, salvo due avancorpi laterali, in mezzo ai quali si inserisce un corpo del tardo Ottocento che comprende lo scalone d’accesso. Dimora privata aperto ad eventi e manifestazioni, il castello è aperto al pubblico ogni anno nel mese di aprile per la manifestazione “Il narciso incantato” (Info: www.castellodipiea.com).
L’ultimo strappo della nostra tappa è quello per raggiungere Piovà Massaia. Paese natale del Cardinal Guglielmo Massaia e del violinista e compositore Giovanni Battista Polledro, il paese di Piovà è caratterizzato da un centro storico costituito da due borghi collocati su alture limitrofe alla sinistra del torrente Triversa: Cornegliano, dove si svilupparono il Castello e la Parrocchiale, e Bricco, dove sorgeva l’antico ricetto. Tra i due, con funzione di cerniera, corre la strada su cui si affaccia il Municipio. Tra le sue caratteristiche, quella di essere il “paese della menta”, per la sua antica tradizione di coltivazione di questa erba officinale.
A segnare il profilo del paese la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Giorgio, di cui il secondo è anche patrono del paese. Tra i più mirabili esempi di Barocco piemontese, la costruzione, iniziata nel 1749 e terminata nel 1774, è attribuita all’architetto della corte sabauda Benedetto Alfieri. Completamente atipica per trovarsi in un così piccolo paese, fu commissionata dai Marchesi Ricci e in origine doveva formare un unico complesso edilizio con il loro Palazzo. Per ricordare che anche qui un tempo vi era il mare, l’artista Giorgia Sanlorenzo ha dato il via ad un percorso dal titolo TerrEmerse: con l’installazione il fossile numero 13, il tortiglione, che si trova in un punto panoramico proprio in direzione della collina dei fossili di Piovà.
lA DEVIAZIONE - L'itinerario in bici: L'archtettura romanica
Attorno a Piovà Massaia si sviluppa un itinerario per mtb di www.visitpiemonte.it, il sito turistico ufficiale della Regione Piemonte. “L’architettura romanica” tocca anche Albugnano, Aramengo, Camerano Casasco, Capriglio, Castelnuovo Don Bosco, Cocconato, Cortazzone, Cunico, Montafia, Montechiaro d'Asti, Passerano Marmorito, Pino d'Asti, Soglio e Montiglio Monferrato. Decisamente impegnativo (livello 2 in una scala su 5) il percorso di sviluppa per 62 km con un dislivello in salita di oltre 1622 metri.
Il tour, come si spiega nella nota dell’itineraio, si snoda nell'area astigiana alla scoperta di bellissimi esempi d'architettura romanica: da chiese e cappelle rurali fino all'Abbazia di Vezzolano, tra i più importanti monumenti medievali del Piemonte, e alla chiesa di San Secondo a Cortazzone, sulla collina di Mongiglietto. Con la pieve di San Lorenzo a Montiglio Monferrato, di Santa Fede a Cavagnolo, dei Santi Nazario e Celso a Montechiaro d'Asti, in particolare la chiesa di San Secondo condivide il bicromatismo delle strutture murarie, creato dall'accostamento del rosso dei mattoni con il biondo dorato dei conci di pietra arenaria, la presenza di capitelli in pietra scolpita, e l'impiego di una notevole varietà di elementi decorativi, quali archetti pensili, semplici ed intrecciati, mensole scolpite, cornici con motivi a scacchiera
Info e traccia Gpx scaricabile su www.visitpiemonte.com/itinerari/larchitettura-romanica-la-scopriamo-in-bici-in-provincia-di-asti
In questo nostro itinerario, fatica e godimento per i paesaggi e le golosità del Monferrato sono andati come sempre di pari passo. E a questo riguardo ecco alcuni semplici consigli che vale la pena ripetere per ogni itinerario: prima di tutto, non saltare giù dalla bici e salire subito in macchina o sul divano. Bisogna dare al corpo e soprattutto alla schiena il raffreddamento che meritano. Bisogna allungarsi, camminare e lasciare che il sangue torni a scorrere nei posti giusti. Questo è il primo passo per curare quel dolore ai muscoli delle gambe e al fondoschiena dopo aver pedalato. Il corpo di un ciclista è come uno strumento ben accordato e, come ogni virtuoso sa, bisogna mantenerlo in condizioni perfette per un concerto o un’uscita. Lo stretching non è solo una routine di riscaldamento o defaticamento; è un impegno quotidiano per mantenere i muscoli flessibili e le pedalate fluide.
Come scriveva Mario Fossati, uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani, la “penna che raccontò Coppi”, il ciclismo è anche poesia come in questa sua immagine: “E pedalando, raccontava Olmo, io sentivo il fruscìo: maglietta e tubolari di seta, il fruscìo di una vela sul mare”.
Davide Banfo
Giornalista torinese, ho lavorato per molti anni a Repubblica. Ora mi occupo di comunicazione, pubblicità e buon cibo. Mi piace andare in bicicletta e in barca. Vivo tra Roma, Torino e il Monferrato. Per suggerimenti scrivetemi a davidebanfo@ciclistagoloso.it