partenza e arrivo: castagnole monferrato
in sella
Anche per questa partenza ecco i nostri consigli per una buona escursione. Controllate con calma la bicicletta e allacciate stretto il casco. Dopo aver acceso le luci di posizione e fatto rifornimento di acqua e integratori, sistemate cellulare, macchina fotografica e telecamera. Ricordatevi di portare con voi uno zainetto o dotatevi di una borsa da agganciare alla bici: si parte alla caccia di tesori gastronomici e qui, in questa parte del Monferrato, ce ne sono tanti!
Si parte da Castagnole Monferrato e quindi se non dalla meridiana in piazza Statuto che celebra il Ruchè davanti alla chiesa di San Martino. Per lasciare l’auto si può utilizzare il parcheggio vicino al campo sportivo e un piccolo parcheggio sulla via Umberto I dotato anche di colonnina per ricaricare le auto elettriche. La nostra prima tappa è fissata a Portacomaro. Per evitare i fastidiosi tornanti di Castagnole utilizziamo una strada alternativa e scendiamo da via Umberto I e poco dopo svoltiamo prima a sinistra e poi a destra in via Vittorio Emanuele che diventa la provinciale 94 e ci porta fuori dal paese. Qui è un’apoteosi di panorami tra le vigne e le colline. Dopo pochi chilometri si incontra la panchina gigante 51, sponsorizzata dalla Cantina Ferraris. Prendete appunti perché è una delle poche bench fornita di barbecue e fontanella. (www.bigbenchcommunityproject.org)
Si continua con alcuni bellissimi saliscendi sino all’incrocio con la provinciale 37 che si prende svoltando a destra, strada che porta direttamente a Portacomaro. Qui, all’altezza della cascina Durando, si incontra una curiosa installazione, il CiaBOT, struttura di design circolare realizzata in collaborazione con il Politecnico di Torino. Come un vero balcone sulle vigne, il CiaBOT ha delle sottili pareti realizzate con le doghe delle barrique. Accanto anche una delle installazioni del progetto Terremerse del Monferrato. Le sorprese non finisco qui: all’ingresso dell’abitato sulla sinistra si incontra la piccola chiesa romanica di San Pietro. Poco dopo si arriva al centro di Portacomaro riconoscibile per l’imponente facciata della chiesa di San Bartolomeo. Da Castagnole sono 7 km, percorribili in 30 minuti al netto di foto e selfie che vale la pena ricordare sempre vanno fatti in piena sicurezza, meglio con uno stick al limite da agganciare al manubrio.
le soste golose
Cantine
MONTALBERA - TERRA DEL RUCHE’ - WINE SUITES
via Montalbera, 1 - tel. 0141292125 - www.montalbera.it
Montalbera, tra Monferrato e Langhe, si estende su 110 ettari vitati e 35 di nocciole. Celebre per il Ruchè (Tradizione, Laccento – Top Hundred nel 2012 –, Impronta), produce anche Viognier, Barbera, Grignolino e Barolo. Offre percorsi tra vigne, wine shop, visite guidate alle cantine e poi 4 wine suite in cui soggiornare, con un approccio sostenibile.
CANTINA FERRARIS AGRICOLA
S.P. 14 - loc. Rivi, 7 - tel. 0141292202 - www.ferrarisagricola.com
Luca Ferraris, ambasciatore del Ruchè, coltiva 25 ettari a Castagnole Monferrato, includendo la storica Vigna del Parroco. "Opera Prima" affina 36 mesi in legno, "Clàsic" è Top Hundred già nel 2005. Altre eccellenze: Barbera d'Asti, Viognier e Alta Langa. La cantina è aperta ai visitatori che possono partecipare a visite guidate e degustazioni. La vera esperienza immersiva è però quella da vivere nel Museo del Ruchè, con al suo interno uno splendido infernot.
cosa vedere
Anche se spesso si indica Castagnole Monferrato come un borgo medievale, le origini del paese sono invece molto più antiche: alcuni reperti archeologici testimoniano, infatti, la presenza, qui, di un insediamento romano. L’origine del nome Castagnole, secondo alcune ipotesi, è da associare alla presenza di fitti boschi di castagni che ricoprivano le colline di quest’area, prima che l’agricoltura prendesse il sopravvento. Un’altra ipotesi vuole, invece, che Castagnole derivi da “castellum”, in riferimento a una piccola fortificazione presente in passato.
A segnare lo stretto rapporto tra Castagnole e il suo vino in piazza Statuto, la principale del paese, c’è la Meridiana del Ruchè. Dipinta sulla parete dell’edificio adiacente al municipio, la meridiana si dice essere la più grande al mondo dedicata al vino. Curiosa la rastrelliera in ferro per bici a forma di bottiglia che si trova all’ingresso del palazzo comunale. Sulla piazza si affaccia anche la Chiesa di San Martino, risalente alla metà del ‘700, con la sua facciata in mattoni rossi e che custodisce, al suo interno, tre tele del Moncalvo. Dall’altro lato della piazza, di fronte alla parrocchiale, una scalinata porta all’ingresso di una seconda chiesa, la Chiesa dell’Annunziata, anch’essa con facciata in mattoni. Sulla sinistra della Chiesa di San Martino, la via Al Castello diventa un camminamento panoramico affacciato sulle colline coperte di vigneti e boschi. Qui si trova anche il Museo del Ruchè ideato dalla cantina Ferraris (www.museodelruche.ferrarisagricola.com).
Castagnole conserva poi molti altri segni del suo passato. Per accorgersene, è sufficiente passeggiare tra i vicoli del borgo, dove ancora resistono edifici risalenti anche al ‘300 e ciò che resta del castello e delle mura originariamente eretti a scopo difensivo. In particolare, sono sopravvissuti l’antico ricetto detto la Miraja, una torretta oggi incorporata in un’abitazione privata, una parte del baluardo e massicci muri portanti sui quali si possono ancora vedere alcune arcate di epoca trecentesca. Al posto delle rovine del castello si trova il suggestivo spazio neogotico dell’ex-asilo con accanto la vecchia sede della Filarmonica. Degna di citazione anche la Mercantile, villa barocca con giardino-labirinto all’italiana. Realizzata quasi tre secoli fa dai Conti Rogeri e oggi di proprietà della Provincia d’Asti, racconta nei suoi spazi il concetto di residenza agricola nobiliare piemontese nel ‘700. Nelle sue cantine si trova un antico torchio, datato all’anno 1790, che è fra i più grandi d’Europa con il suo albero lungo 8 metri.
Le feste patronali sono due, quella di Sant' Anna celebrata tra la fine di luglio e l'inizio di agosto e quella della Madonna di settembre nella prima settimana. A maggio Castagnole ospita la Festa del Ruchè, mentre ad agosto l’appuntamento è con Ruchè sotto le stelle con la partecipazione di cantine, ristoranti e produttori locali.
TAPPA 1 - Portacomaro
in sella
Scaldati i muscoli e, si spera, rifocillati il giusto, si parte dal centro di Portacomaro per raggiungere Castell’Alfero. Si prende subito corso Matteotti che diventa la sp 37. Dopo circa 3 km si svolta a sinistra evitando la tangenziale per Asti per prendere un breve tratto della provinciale 457. La si percorre per circa 1 km e poi si svolta a sinistra per la frazione Contessi. Come meta abbiamo fissato la chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Lasciata la bici date un’occhiata alla scalinata e alla porta del Ricetto, ma soprattutto fermatevi alla terrazza panoramica, giusta ricompensa per ogni ciclista che si rispetti e noi non ci facciamo mai mancare un bel panorama specie addentando qualcosa… La nostra seconda tappa è lunga circa 7 chilometri e ha bisogno di circa 35 minuti.
le soste golose
ristorante
BANDINI
loc. Cornapò, 135 - tel. 0141299252 - www.ristorantebandini.blogspot.it
In posizione strategica per chi è di passaggio, vicino all'uscita autostradale di Asti Est, è sempre una certezza: atmosfera cordiale, luci e ambiente curati e accoglienti. Qui troverete la cucina piemontese, interpretata con un tocco personale. Piatti imperdibili: seirass infornato con crema di peperoni; gnocchi di patate alla monferrina; rolata di galletto all’agro.
Negozi
CASCINA STELLA
via Statale, 67/d - tel. 0141296588
Fantastico e ampio punto vendita dove trovare carne freschissima di Fassona piemontese di produzione propria o prelibati salumi. E poi, la domenica mattina, sono imperdibili il salame cotto caldo e le paste ripiene.
MACELLERIA NEBIOLO
fraz. Cornapò, 153 - tel. 0141299110
Claudio Nebiolo visita quotidianamente gli allevamenti da cui sceglie i capi da macellare. E questo garantisce la qualità delle sue carni, sicure e genuine, con cui prepara anche ottimi agnolotti.
Produttori
AZIENDA AGRICOLA F.LLI DURANDO
via A. Degiani, 33 - tel. 3277867161
Terra d'Origine è l’agriturismo della famiglia Durando, che alleva maiali per produrre salumi artigianali, serviti nel ristorante con cucina tipica monferrina. Produce inoltre confetture e coltiva nocciole, trasformate in pasta "La Pura" e crema spalmabile "La Buona". L'agriturismo propone anche degustazioni e visite guidate per scoprire i segreti della lavorazione dei prodotti.
cosa vedere
A dieci chilometri da Asti, non distante dalla statale 457 per Casale Monferrato, Portacomaro è posto in una bella posizione sulla dorsale collinare a sinistra della valle Versa. Nel centro del paese sono ancora ben visibili i segni di un passato glorioso come il torrione eretto a scopo difensivo e l’antico ricetto, un gruppo di case contadine protette da un muraglione, per il ricovero della popolazione e la custodia dei raccolti in caso di pericolo. Alla parte alta di Portacomaro si arriva percorrendo una breve salita, l'antica rampa dove aveva sede la guarnigione militare. La Parrocchiale di San Bartolomeo fu costruita una prima volta verso la fine del XVI secolo; nel 1650 consisteva di un'unica navata ed era di patronato della nobile famiglia Berruti che vi accedeva dalla propria dimora. Nel 1870 l'edificio fu ampliato e vennero eretti il campanile e la facciata in stile neo barocco.
Tra i luoghi d’interesse storico e artistico alle porte del paese la Chiesa di San Pietro, affascinante esempio di arte romanica. L’edificio presenta una facciata a capanna con bel portale in pietra e coronamento ad archetti. Alcune parti della chiesa risalgono al 1120 circa, ma essa fu ricostruita parzialmente nel Quattrocento, come testimoniano al suo interno le volte a crociera; alla stessa epoca sono da datarsi gli affreschi del presbiterio, raffiguranti la Crocifissione e figure di santi. Anche il nome del paese riflette le sue antiche origini (la prima testimonianza scritta relativa al centro abitato risale al 927): secondo la tradizione, “Portacomaro” deriverebbe dalla “porta” di accesso principale dell’antico ricetto di Curtis Cumaria. Ogni anno nel mese di aprile si tiene la tradizionale festa dei "caritin", dolci tipici del luogo messi all' incanto per scopi benefici.
lA DEVIAZIONE - L’itinerario In mtb "Le Pievi Romaniche tra Castell'Alfero e Portacomaro"
Attorno a Portacomaro si sviluppa un itinerario per mtb di visitPiemonte, il sito turistico della Regione Piemonte. Impegnativo a livello 2 in una scala su 5, l’itinerario di oltre 46 km percorre le dolci colline del Basso Monferrato con tappe in alcune delle chiesette romaniche rimaste a memoria di antichi insediamenti sui tracciati dei percorsi medievali. Si parte da Portacomaro e il suo ricetto: in via Degiani, dove sorgeva il vecchio cimitero, in cima a una bella scala in pietra, ecco la chiesa di San Pietro con la bella facciata bicroma. La Chiesa di Madonna della Neve evidenzia interessanti monofore scolpite e un singolare campanile cilindrico. In direzione di Calliano, lungo la provinciale per Grana si incontra la chiesetta di San Pietro. Oltrepassato l'imponente castello di Montemagno, che domina il borgo con il suo coronamento merlato di tipo ghibellino cattura lo sguardo da lontano, in un paesaggio a vitigni. Di pregio, la Chiesa di Santa Maria della Cava (con affreschi del XV secolo) e ruderi romanici di SS. Vittore e Corona.
Info e traccia Gpx scaricabile su www.visitpiemonte.com/itinerari/le-pievi-romaniche-tra-castellalfero-e-portacomaro
TAPPA 2 - Castell'alfero
in sella
Ricaricate le batterie elettriche e mentali (ci sono anche quelle…) ecco alla tappa da Castell’Alfero a Calliano. Presa la centrale via Alfieri, si gira a destra per via Casale, strada che porta direttamente alla provinciale 457. Tenete come punto di riferimento la gelateria le Camille, che lascerete sulla destra all’incrocio. Fate attenzione: il traffico è sostenuto e manca la banchina per le bici. Per fortuna il tratto non è troppo lungo e dopo essersi lasciati a sinistra lo stabilimento Fassa Bortolo si arriva direttamente al paese tramite via Roma in piazza Guglielmo Marconi vicino all’osteria Antico Granaio. In totale sono 6 km che hanno bisogno di 35 minuti considerando il piccolo strappo finale. Non perdetevi il balcone panoramico sospeso, una delle attrazioni del paese.
le soste golose
Ristorante
CIABOT D’GIANDUJA
Frazione Callianetto - via Lasca 12 - tel . 3478725863
Classica trattoria monferrina.
cosa vedere
Appollaiato ad un’altitudine di 235 metri e adagiato su un colle all’imbocco della Valle Versa, Castell’Alfero è uno dei più suggestivi “balconi sul Monferrato” per la splendida campagna che lo circonda coltivata a cereali e vigneti. I documenti provano l'esistenza del castrum di un certo Alferius prima del XII secolo e questa sembra essere l'origine del toponimo. Degno di nota il complesso del Castello con la sua facciata tardo-barocca, una fastosa scenografia alla piazza che conserva parti dell' antico giardino; il palazzo è oggi sede del comune.
Tra i personaggi illustri del paese c’è da segnalare Giovan Battista De Rolandis, ideatore del Tricolore della bandiera italiana, che nacque a Castell’Alfero nel 1774 da una famiglia aristocratica radicata nel territorio e nota già nel Cinquecento. Nel 1808 nella frazione di Callianetto nacque Gianduja, la maschera carnevalesca simbolo del Piemonte. Alle spalle del paese si può fare un salto alla panchina gigante 204 che gode di un panorama superbo.
TAPPA 3 - CALLIANO
in sella
Rifocillati, si inforca la bicicletta con traguardo Grana. Si scende da via Roma (attenti alla chiesetta di San Rocco da lasciare a destra) e si prosegue lungo la provinciale 29 che porta, in una volata, a Grana paese. Lo striscione è il punto panoramico davanti alla chiesa Madre di Santa Maria Assunta che si raggiunge tramite via del Recinto. Il percorso è lungo circa 4 chilometri da percorrere in meno di 20 minuti.
le soste golose
Negozio
ERBA LOGICA
strada Cavagna, 2 - tel. 0141928366 - www.erbalogica.it
Infusi e tisane da erbe coltivate, raccolte, essiccate e confezionate seguendo i dettami dell’agricoltura bio. Tutta la lavorazione è rigorosamente manuale.
Ristoranti
SANTISÈ
fraz. San Desiderio - strada Castelletto, 2 - tel. 0141928747 - www.santise.it
La cucina monferrina tradizionale ispira il menu di questa trattoria che si trova nella frazione San Desiderio e che sa interpretare le ricette tramandate da generazioni in maniera attuale. Gli agnolotti sono il must del locale.
ANTICO GRANAIO
via Roma, 81 - tel. 0141928421 - www.osterialanticogranaio.it
Qui si viene per la cucina tradizionale di impostazione classica, affiancata da una carta con proposte più attuali. La cantina è un vero asso nella manica, con una selezione ampia di etichette. Completano la sosta il buon rapporto qualità/prezzo e il riposante dehors per l'estate.
cosa vedere
Calliano sorge su una collina che separa la Valle Versa dalla Valle Grana. Insediamento di origine romana, posto all’incrocio della via Marenca e della strada fra Asti e Vardagate (Terruggia), Calliano fu un feudo del Marchesato del Monferrato per lungo tempo. Sul territorio sono presenti notevoli beni architettonici dalla chiesa romanica di S. Pietro del XI secolo, la chiesa parrocchiale SS.mo Nome di Maria del ’700 con alcuni pregevoli quadri e da cui si raggiunge il belvedere con il balcone panoramico sospeso. Molto conosciuta la Pirenta, fonte sulfurea rinomata per le sue virtù curative e depurative. Fra le manifestazioni principali, il Palio degli Asini (ultima domenica di agosto), la Fiera L’asino che vola e le Sagre dell’agnolotto d’asino e dello stufato d’asino.
TAPPA 4 - Grana
in sella
Controllato il nostro moderno destriero nel senso che vale sempre la pena verificare a metà itinerario la pressione degli pneumatici e assaggiata qualche specialità locale, ecco la tappa da Grana a Montemagno. Scesi in paese, si prende a destra via Roma che dopo la rotonda diventa la provinciale 29. Anche in questo caso una strada lineare segnata da bellissimi panorami su Monferrato e la corona delle Alpi. L’arrivo al centro storico di Montemagno segnato dalla chiesa Madre dei santi Martino e Stefano e dal castello passa dalle vie Roberti e Moretta. Da non perdere la strada panoramica dietro il Castello, uno sterrato che si può fare anche in bici. Stavolta da Grana a Montemagno sono poco più di 3 chilometri che considerando che siamo quasi alla fine del percorso stimiamo abbiano bisogno meno di 20 minuti.
le soste golose
RISTORANTE ROMA
Corso Garibaldi 73 - tel. 014192610
È una trattoria spartana che non fa nulla per dimenticare il passato e dove tutto è, dal servizio all’ambiente, cosiddetto “allabuona”. Però alle 8 di sera si accendono le luci di un locale che sembra chiuso e la fila della gente fuori affolla gli ambienti, sapendo che qui si mangia la migliore finanziera del Monferrato. I prezzi sono i più bassi che possiate immaginare.
cosa vedere
Grana prende il nome dall’omonimo torrente che scorre vicino e che dà anche il nome all’intera valle. Il paese si estende alla base della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta: costruita nel punto più alto del borgo, al posto del castello, è visibile a grandi distanza per la sua ben riconoscibile facciata bianca. Dal sagrato si può ammirare un panorama stupendo del Monferrato, mentre al suo interno sono conservate opere d’arte di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Crosio, Alberini, Aliberti.
All’interno della chiesa parrocchiale, nella sala dei reliquiari, è ospitato un museo di arte sacra. Per i ciclisti golosi tre segnalazioni: Il paese può vantare ben tre piatti tipici riconosciuti come specialità De.Co., questi sono: la grissia, gli agnolotti d’asino e l’oubjà. La grissia è il pane tradizionale del Monferrato lavorato a mano, dalla forma molto particolare. Infatti ricorda due chiocciole o due cigni di profilo, e lo rende inconfondibile. L’oubja è una cialda friabile, delicatamente dolce, ottenuta cuocendo una pastella tra due ferri riscaldati sul fuoco.
TAPPA 5 - Montemagno e ritorno a Castagnole Monferrato
in sella
L’ultima tappa del nostro itinerario ci porta da Montemagno a Castagnole Monferrato, nostra base di partenza. Il modo più semplice di tornare alla piazza Umberto 1. In piazza svoltiamo a sinistra e poi a destra per via San Giovanni Bosco che diventa la provinciale 14. Qui, sempre per rimanere nelle similitudini aleramiche, è una cavalcata verso Castagnole tra le vigne del Ruchè. Fate attenzione soltanto a lasciarvi alla destra il cimitero. Come punto finale abbiamo messo la vista dalla muraglia, una delle più belle della zona. Sono circa 4 km con un tempo previsto di 20 minuti.
le soste golose
Ristoranti
LA BRAJA
via San Giovanni Bosco, 11 - tel. 0141653925 - www.ristorantelabraja.it
Puglia e Piemonte si incontrano in questo ristorante elegante dei fratelli Palermino. Per voi gli agnolotti della Braja fatti a mano alle tre carni; filetto di maialino con salsa di arrosto e funghi porcini; finanziera; semifreddo al torrone.
LA CIVETTA SUL COMÒ
via Cascina val Fossato, 9 - tel. 014163624 - www.tenutamontemagno.it
Un luogo magico, dove l'attività della cantina e quella del relais si incontrano, abbracciati dal panorama del Monferrato. Il menu è creativo e intrigante. Da lunedì a sabato a pranzo propongono il menu lunch bistrot.
DA GEPPE
via Roma, 2 - tel. 014163664 - www.trattoriadageppe.it
Qui la più autentica cucina monferrina, abbinata a una valida cantina che rende protagoniste le etichette della zona, Ruchè su tutte. C’è una sala intima e una teoria di tavolini disposti sui livelli dell’antica scalinata esterna. E ci sono due confortevoli stanze per la notte. Piatti imperdibili: carne cruda di Fassona; agnolotti al sugo d’arrosto; guancia di vitello al Ruchè; bonet a 3 strati.
Negozio
PASTIFICIO BARACCO
via Casale, 32 - tel. 014163329
Cercatelo alle porte del paese, sotto il castello, per gli agnolotti monferrini con ripieno ai tre arrosti e i soffici gnocchi. Ma eccellente è tutta la loro produzione di pasta fresca e gastronomia, con ingredienti legati al territorio.
Cantina
TENUTA MONTEMAGNO
via Cascina Valfossato, 9 - tel. 014163624 - www.tenutamontemagno.it
Tenuta Montemagno, un tempo casolare cinquecentesco, ora scrigno di bellezza e gusto. Tra colline che incantano, Tiziano Barea ha dato vita a un sogno: sale eleganti, 16 camere accoglienti, piscina panoramica. Un'oasi di relax e sapori, con ristorante "La Civetta sul Comò", degustazioni e una ricca proposta enoturistica. La cantina offre una ricca selezione di vini: Barbera d'Asti intense, Ruchè e Grignolino di carattere, Barolo elegante. Monferrato Bianco con blend e monovarietali di pregio. Spumanti metodo classico, anche Rosé, e Malvasia di Casorzo in diverse versioni, dal rosato al passito.
Cosa vedere
Il punto ideale da cui partire per scoprire Montemagno, è passaggio porta alla strada comunale panoramica dietro l’antico maniero: un breve sentiero che costeggia, tutto attorno, le mura della fortezza. Il camminamento riporta poi di nuovo su via Castello, dove si apprezza la particolarità della struttura medievale del paese. L'aspetto attuale del Castello di Montemagno si deve alla ristrutturazione avvenuta nei primi decenni del XVIII secolo per volere della famiglia Callori che lo aveva acquistato nel 1669; oggi l'edificio è di proprietà dei conti Calvi di Bergolo. La costruzione ha pianta quadrata, è coronata da merlature ghibelline e due torri laterali delimitano il fronte principale; originale è il cortile interno, di forma ellittica con loggette. La proprietà aderisce all’associazione delle Dimore storiche Adsi (www.associazionedimorestoricheitaliane.it) che regolarmente apre le proprie struttura alle visite.
Dodici vicoli paralleli, contrassegnati dai numeri romani, conducono verso la parte bassa del piccolo centro abitato. Imboccando uno dei i vicoli centrali, si arriva direttamente nella stupefacente Piazza San Martino, dove una grande scalea barocca guida lo sguardo verso l’ingresso della Chiesa dell’Assunta. Doverosa citazione per altre due chiese. La più vicina è la chiesa romanica di San Vittore, o meglio, i suoi resti, posta su una collinetta panoramica poco distante dal centro abitato. Della costruzione originale oggi rimangono il campanile e parte dell’abside, ma resta comunque un bellissimo reperto da scoprire. Ugualmente interessante e affascinante è il Santuario della Madonna di Vallinò, raggiungibile imboccando, dal paese, via Lasagna. Dopo poche centinaia di metri la strada si tuffa in una piccola e verde vallata. Quella che appare qui è un’immagine a suo modo fiabesca, con la strada che si trasforma in un sentiero alberato che, tra curve e anse, guida lo sguardo alla chiesetta isolata e circondata dal verde. Non è un caso il fatto che la chiesa sorga nel luogo in cui viveva un eremita.
In questo nostro itinerario, fatica e godimento per i paesaggi e le golosità del Monferrato sono andati, come sempre, di pari passo. E a questo riguardo ecco alcuni semplici consigli che vale la pena ripetere per ogni itinerario: prima di tutto, non saltare giù dalla bici e salire subito in macchina o sul divano. Bisogna dare al corpo e soprattutto alla schiena il raffreddamento che meritano. Bisogna allungarsi, camminare e lasciare che il sangue torni a scorrere nei posti giusti. Questo è il primo passo per curare quel dolore ai muscoli delle gambe e al fondoschiena dopo aver pedalato. Il corpo di un ciclista è come uno strumento ben accordato e, come ogni virtuoso sa, bisogna mantenerlo in condizioni perfette per un concerto o un’uscita. Lo stretching non è solo una routine di riscaldamento o defaticamento; è un impegno quotidiano per mantenere i muscoli flessibili e le pedalate fluide.
A conclusione una riflessione di Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario. “Una volta Gianni Brera, parlando di uno sportivo, un ciclista, notava che era nato e vissuto in provincia: solo in provincia, scriveva, si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso. Non è così anche per lo studio?”
Davide Banfo
Giornalista torinese, ho lavorato per molti anni a Repubblica. Ora mi occupo di comunicazione, pubblicità e buon cibo. Mi piace andare in bicicletta e in barca. Vivo tra Roma, Torino e il Monferrato. Per suggerimenti scrivetemi a davidebanfo@ciclistagoloso.it