Al Melia Milano non solo grandi rossi. Ecco il Piemonte a bacca bianca
Èuna regione di vini rossi il Piemonte e la Barbera ne è principe. Si può dire che il Piemonte sta alla Toscana come la Barbera sta al Sangiovese, per semplificare: oppure che il Gavi sta alla Vernaccia di San Gimignano, per fare un paragone su un’enclave toscana totalmente “Bianchista”. Il fatto è che il Piemonte, visto con l’occhio della crescita delle preferenze enoiche, ha tante macchie bianche e di gran prestigio.
Quella che oggi è diffusamente all’attenzione del pubblico resta il Timorasso, ovvero il Derthona prodotto in provincia di Alessandria, al confine con l’enclave del Gavi. Ma poi c’è l’Arneis, patrimonio del Roero, l’Erbaluce, che invece interessa l’Alto Piemonte, fino alla riscoperta della Nascetta nelle Langhe e del Baratuciat in Valsusa e Monferrato. E poi, che dire della crescita delle bollicine piemontesi, che trovano espressione collettiva nell’Alta Langa, ma anche in esempi curiosi, favoriti dall’utilizzo di vitigni diversi da pinot nero e chardonnay.
Ecco dunque il quadro di ciò che sarà, al netto dei rossi rappresentati dal Consorzio di Tutela del Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato, il parterre dei Bianchi presenti a Milano. Ci saranno tutti quelli nominati, con una presenza più significativa dei produttori di Timorasso, che favoriranno il confronto con produttori eccellenti di Gavi, Arneis, Erbaluce e poi Alta Langa e altre bollicine da scoprire. Con la curiosità indotta dalle nostre scoperte, davvero rare (vedi Matteo Fenoglio, vignaiolo di Serravalle Langhe o Ferri, autore di una vasta teoria di bollicine a Suno, in provincia di Novara).