Da un anno all’altro il salto in avanti è stato ancora più evidente, tanto che quel passito è diventato il migliore di tutti i passiti premiati. Ma noi vi sfidiamo ad assaggiare anche le bollicine che si affinano nelle grotte di talco. Un’esperienza davvero nuova.

Dall’agronomo e imprenditore nel settore delle cave Mauro Camusso, nasce l’idea di affinare il vino nelle miniere di talco dell'Ecomuseo della Valle Germanasca, che garantiscono una temperatura costante di 10 °C e l'umidità fissata sull'80-90%. Il progetto prende vita grazie al felice incontro con l’enologo Gianfranco Cordero, per un’idea di viticoltura di qualità che presenta come elemento distintivo l’aver puntato sui vini bianchi e sulle bollicine, impiantando così uve inedite per il territorio dell’areale pinerolese, quali riesling, sauvignon blanc, pinot nero, oltre alla mitica malvasia moscata e al raro autoctono bianc vert.  

L’Autin (che in piemontese significa “piccola vigna”) nasce nel 2010 e conta circa otto ettari vitati per una produzione di 35mila bottiglie in regime biologico e sostenibile. Il fiore all’occhiello della produzione è il Passi di Giò, un passito da vendemmia medio tardiva di uve malvasia moscata, poste a passire su graticci fino a fine febbraio. Quindi, la vinificazione e l'affinamento di almeno un anno in barrique di secondo passaggio. Dal colore giallo oro brillante al naso è netta la crema pasticciera e il miele. In bocca è grandiosa la sua rotondità, tanto da sentirlo grasso, ma assolutamente mai stucchevole, giacché l’acidità lo sorregge su altezze gusto-olfattive davvero esemplari. Grandissimo vino da meditazione. È Top dei Top dei passiti 2021. Notevole anche lo Spumante Brut Pas Dosé Metodo Classico.

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