L’Emilia è il Lambrusco, declinato in sei DOC, quattro delle quali festeggiano quest'anno 50 anni di storia
Un traguardo prestigioso per un vino che rappresenta l’anima più autentica dell’Emilia, e che si rivela al mondo con 57 milioni di bottiglie Doc, alle quali si aggiungono oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia IGT, che complessivamente, per il 60%, prendono la strada dell’export.
Sono in tutto 70 le cantine, del modenese e del reggiano, dai piccoli produttori alle cooperative, facenti parte dell’attuale Consorzio Tutela Lambrusco, nato il 1° gennaio 2021 dalla fusione di tre Consorzi di tutela - Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio Tutela e Promozione dei Vini Reggiani DOP e Consorzio Tutela Vini Reno - in rappresentanza di ben sei denominazioni, di cui quattro nate cinquant’anni fa: Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC e Reggiano DOC.
E se queste ultime spengono le meritate candeline, non manca tanto tempo per raggiungere lo stesso obiettivo alla quinta Doc - Colli di Scandiano e di Canossa -, che ha come data di nascita il 1976, mentre più giovane (anno 2009) è la Doc Lambrusco Modena. La ricchezza e il contemporaneo del Lambrusco è proprio questa varietà di anime, di emozioni, di colori e di bollicine che trovano sintesi in un racconto che attraversa con libertà i territori di produzione riconquistando il legame con la terra che ne completa una identità speciale, popolare e alta insieme. Un viaggio ideale che non è da cogliere d’istinto, ma che merita l’attenzione del particolare, della sfumatura. Espressione di una condivisione di valori e di espressioni che danzano tra la vivacità di una rossa Ferrari, la profondità delle nebbie padane e l’eleganza immortale della voce di Luciano Pavarotti. L’Emilia e il Lambrusco. L’Emilia è il Lambrusco.