Tessuti, ceramiche, legno, ferro battuto, oro: scopriamo l'artigianato eccellente della Calabria
Tra mare e terra, arte e cultura, gusti e sapori, il "made in Calabria” si rivela nella sua straordinarietà anche nell’artigianato tradizionale, grazie ad un universo unico di antichi e nuovi saperi. Un mondo che, a partire da gesti e mestieri storici, tramandati da una generazione all'atra, ha saputo mantenere viva e rinnovare nel tempo l'identità di un popolo pieno di creatività.
A partire dall’artigianato tessile, che ha l’eccellenza nel mondo dei filati e della famosa seta calabrese, sviluppata a partire dall'epoca bizantina, quando i monaci orientali introdussero per la prima volta in Calabria i bachi da seta e coltivazione dei gelsi di cui si nutrono. Oggi, questa arte passa per la città di Catanzaro - "Città della seta, del velluto e dei tessuti damascati” - e per il centro storico di Reggio Calabria, dove la seta incontra le antiche comunità ebraiche e le giudecche calabresi, quartieri interamente votati a questa lavorazione, ed è praticato e valorizzato da molte realtà locali. Di particolare interesse, sono il Museo Dinamico della Seta di Mendicino (Cs) e il Museo della Seta di Reggio Calabria.
Altra espressione dell’eccellenza artigiana calabrese, è la ceramica artistica, con due autentiche capitali: Squillace (Cz) e Seminara (Rc). La prima, lungo la Costa degli Aranci, è una piccola capitale della ceramica calabrese. Ancora oggi, nel borgo medievale in collina ai piedi del Castello Normanno, le botteghe dei ceramisti offrono forme tradizionali legate a significati arcaici (la pigna, il melograno, ecc.) e ai colori tipici di quest'area. Spostandosi lungo la Costa Viola, in provincia di Reggio Calabria, troviamo invece Seminara, tra le più rinomate, dove basta una passeggiata per incontrare i maestri e apprezzare da vicino le loro coloratissime creazioni: dalle maschere apotropaiche ai simboli agropastorali, dal mondo marino a quello vegetale, queste ceramiche artistiche ispirarono persino Pablo Picasso.
Anche la lavorazione del legno è da sempre un vanto artistico calabrese. Le espressioni più significative sono quelle legate all'intaglio praticato dai pastori aspromontani (tos sambatàro). Veri pezzi d'arte: collari per ovini con simboli arcani (ta cuddhària) timbri e stampi per dolci tipici e formaggi (plumìa e musulupàre, dal nome del formaggio Musulùpu), recipienti da cucina, strumenti per la tessitura (fusi e conocchie) e strumenti musicali (flauti, lire, zampogne e tamburelli). E quello curioso legato alla fabbricazione artigianale di pregiate pipe, che richiede pazienza e amore: a partire dalla scelta della radice di Erica Arborea, materia prima da cui si ricava la radica, passando per la sua lunga stagionatura, la realizzazione vera e propria del manufatto, la lucidatura e la decorazione che lo rendono inconfondibile.
Molto antica, risalente al XIII-XIV secolo, è invece l’arte del ferro battuto. Le sue principali maestranze sono di stanza a Serra San Bruno (VV), che esprime una scuola di "màstri furgiàri" rinomata in tutto il sud Italia e tramandata ancora oggi da alcune famiglie del posto. I quartieri del borgo sono un concentrato di chiese barocche, monumenti, strade lastricate in granito locale, balconi e infissi in ferro battuto lavorato ad arte. Ogni elemento è frutto della tradizione tramandata per generazioni da falegnami, scalpellini e fabbri locali.
Altrettanto eccellenti le officine di Stilo (RC), patria del filosofo Tommaso Campanella, tra I Borghi più Belli d’Italia. Qui spicca il maestro Giuseppe Blefari, erede di un'antica famiglia di fabbri che ancora oggi porta alto il nome del borgo e dei suoi avi nelle più importanti mostre e fiere nazionali.
Chiudiamo il viaggio nell’arte artigiana con l’elemento più prezioso, l’oro, e la sua capitale calabrese, Crotone. La tradizione dell'arte orafa crotonese non è certo antica quanto la città, che fu fondata da coloni greci nel 710 a.C., ma vanta comunque radici lontane nel tempo, e trae la sua ispirazione dalla Magna Grecia, come dimostra la tipica lavorazione della filigrana e dell'oro che ancora oggi ricalca lo stile e le forme dei monili dell'epoca. Accanto al modello della Magna Grecia, l'arte orafa crotonese fa tesoro anche degli altri elementi stilistici che hanno caratterizzato la storia artistica della provincia di Crotone e della Calabria in genere, riproponendo spesso l'influenza orientale, araba, bizantina e barocca, e magari impreziosendo ancora di più la lavorazione dell'oro con l'inserimento di coralli, perle e pietre dure.