A Sant’Arcangelo di Romagna, Carlo Cracco e la moglie Rosa Fanti hanno acquistato un'azienda agricola biologica di 16 ettari, di cui 6 coltivati a frutteto da cui nascono prodotti come succhi di frutta e dolci. Ma qui nasce anche il vino con l'aiuto dell'enologo Luca D’Attoma. Sono vino che fanno percepire il luogo da cui provengono. Parliamo di un territorio situato a 200 metri di altezza rispetto al livello del mare. Il terreno qui è molto fertile, principalmente argilloso, ma con una matrice sabbiosa non priva di concrezioni calcaree. Le viti, come gli alberi che si trovano all'interno della tenuta, hanno radici profonde grazie alle quali vivono e producono uve ricche di carattere.
Lavorano in vigna cercando di stimolare le piante a autoregolarsi e a difendersi con pratiche agronomiche a basso impatto ambientale e con una spiccata attenzione al suolo. Praticano la semina di leguminose a filari alternati per arricchire il suolo e prepararlo alla nuova annata. Anche l'impiego dei trattori è ridotto al minimo per cercare di ridurre il compattamento del suolo e le emissioni di CO2. Effettuano interventi mirati come l'uso del rame e dello zolfo contro peronospora e propoli per aumentare le difese immunitarie della pianta. La sostenibilità ambientale è un principio trainante del loro lavoro, per incrementare l'espressività del singolo vigneto e permettere una manifestazione autentica del terroir.
Il Sangiovese Collegiove è frutto di una vigna di oltre 40 anni che si sviluppa su una superficie collinare, la cui esposizione termica tra la notte e il giorno e le correnti che arrivano dal mare garantiscono un microclima ideale per la maturazione delle uve. La fermentazione dura circa 4 settimane in vasca di acciaio a contatto con le bucce. Questo tempo include macerazione pre e post fermentativa con l'uso dell'antico metodo del "cappello sommerso". La fermentazione malolattica avviene spontaneamente fino alla primavera successiva. Questo Sangiovese rimane quasi 8 mesi sulle fecce senza travasi.
Il Trebbiano Fiammarossa viene lasciato macerare sulle bucce per 4 giorni in acciaio con fermentazione spontanea. Una volta svinato il mosto fiore, ultimano la fermentazione in anfore da sette e tre ettolitri per poi maturare per altri nove mesi sempre in anfora.
La Ciola, infine, è il vino bianco uvaggio di albana, pagadebìt (bombino bianco) e rebola (grechetto gentile). Le uve, portate a fermentazione separatamente, vengono lasciate macerare a freddo per 24 ore. Una volta riuniti tutti e tre i mosti puliti, vengono travasati in anfora da 16 ettolitri per fermentare. La fermentazione avviene spontaneamente e l'affinamento dura 9 mesi.