Nel piccolo monastero che domina il borgo sono custodite le spoglie del marchese Aleramo che, secondo la leggenda, stabilì i confini del Monferrato percorrendoli a cavallo. All’ingresso del paese, invece, sorge una monumentale tenuta riportata agli antichi splendori, grazie al restauro voluto dall’avvocato Guido Carlo Alleva che, insieme con la figlia Giulia, ha dedicato altrettanta attenzione al recupero e reimpianto dei vitigni autoctoni di questo territorio, in particolare il grignolino, prodotto poi pure nella versione invecchiata su cui questa azienda ha investito e creduto molto, comparendo anche tra i fondatori dell’Associazione Monferace per la sua valorizzazione.
Il Grignolino d’Asti “Arlandino” è il Grignolino da manuale premiato come Top Hundred nel 2011 a cui si è poi affiancato il Monferace Grignolino d’Asti. Altrettanto interessanti i bianchi come il Monferrato Bianco “Salidoro” (chardonnay, sauvignon) e “Silente delle Marne” (chardonnay), e poi la teoria di Rossi: la Barbera d’Asti Superiore “Setecàpita”, la Freisa d’Asti Superiore “Sorì di Giul”, il Monferrato Nebbiolo Superiore "Illegale". Ultimo nato il Metodo Classico Guido Carlo da uve chardonnay in purezza.