Spicca con una significativa presenza l’Oltrepò Pavese del vino a Golosaria, per una fiera che permette di incontrare operatori e consumatori insieme. Gli stessi che si stanno accreditando in queste ore, in un numero superiore alle altre edizioni. Detto questo ecco dal Pinot Nero alla Croatina, dalla Barbera al Riesling, benvenuti nell’Oltrepò Pavese, terra a sud della Lombardia, da sempre vocata per il vino con le sue dolci colline, antichi borghi, castelli, pievi e verdi vitigni. L’Oltrepò sorge lungo l’asse del 45° parallelo che accomuna le grandi zone vinicole mondiali. In particolare è considerata la latitudine ideale dei grandi vini del mondo.
A Milano, avremo la possibilità di conoscere e degustare le realtà più significative e identitarie: a partire dal Consorzio Club del Buttafuoco Storico, che raduna i 17 vignaioli di quel territorio chiamato “Sperone di Stradella”, delimitato a ovest dal torrente Scuropasso, a est dal torrente Versa, a nord dalla Pianura Padana, a sud dai confini comunali di Castana e di Pietra de Giorgi e a metà attraversato dal quarantacinquesimo parallelo. L’uvaggio del Buttafuoco è costituito esclusivamente da uve autoctone dell’Oltrepò: croatina, barbera, uva rara, ughetta di Canneto.
Poi, ecco gli stand con i singoli vignaioli virtuosi. Partiamo con un vino “mito” amato da Gianni Brera e da Gino Veronelli, quel Barbacarlo creato da Maga Lino, uno dei padri del vino italiano, che ci ha lasciato a Capodanno di due anni fa. Oggi, a Broni, a proseguire nel solco dei suoi valori e dei suoi saperi, c’è solido al timone il figlio Giuseppe, pronto ad affrontare nuove sfide nel segno del vino mito, ma anche dell’altro vino da noi premiato, il Montebuono 2022 (uve croatina, uva rara, barbera).
Annibale Alziati è la quintessenza del vignaiolo vero. Come il suo vino Il Gaggiarone, uno dei cru più autentici del territorio oltrepadano con il suo colore intenso, granato, con i suoi profumi di sorprendente complessità, con quel suo bouquet che si propone con invitanti e continue note di frutta rossa (la ciliegia) e mandorle amare, con il suo sorso imponente, appagante. Ma di Alziati è grande anche il suo Franciacorta speciale (avete letto bene) San Francesco, che rappresenta una provocazione interessante. Due etichette che amiamo citare per raccontare anche l'interesse giornalistico e umano che ci lega a questo lungimirante produttore di Rovescala, meravigliosamente innamorato della terra e stimato da Veronelli, che gli dedicò un memorabile pezzo sul Corriere della Sera.
Ed ora tre giovani fratelli, Francesco, Lorenzo (entrambi enologi) e Caterina Cordero, che condividono un legame viscerale con il vino. Dalle Langhe, dove il padre Mario era proprietario della maison del Barolo Vietti, hanno acquisito Tenuta San Giorgio nell'Oltrepò Pavese, dove coltivano pinot nero, pinot grigio, chardonnay e barbera in regime biologico e nel rispetto dei principi di sostenibilità. La gamma di etichette prodotte comprende l'Oltrepò Pavese Pinot Nero “Tiamat”, fiore all'occhiello della produzione e nostro Top nel 2022, la riserva “Partù”, la Barbera “Fredo” Oltrepò Pavese riserva, il Rosato “Piasa” da uve croatina al 100%, due Pinot Grigio, il “Katari" e il “Ramè”. Notevole anche lo Chardonnay Rivone, intenso e avvolgente, capace di emozionare e di grande longevità. Anche se la loro cantina è una delle più recenti della zona, i risultati sono straordinari. Recentemente abbiamo anche assaggiato i due Pinot Nero in Magnum della cantina Cordero che sembrano aver fatto a gara con la finezza, in particolare il SG ‘67 così denominato perché proviene dal loro vigneto più vecchio, il primo ad essere impiantato nel 1967.
Al pari di Bosco Longhino, cantina che rappresenta anch'essa il nuovo volto dell'Oltrepò declinato in un gran lavoro su vitigni come riesling renano e pinot nero e una scommessa sull'enoturismo. La proprietà, gestita da Marco Faravelli con la moglie Danila e i figli Massimiliano e Greta, occupa una quarantina di ettari vitati tutti in conversione biologica. Per la sua estrema finezza, la bella acidità e la sapidità che resta a lungo nel palato l'Oltrepò Pavese Pinot Nero Pas Dosé Metodo Classico “Casto” 2018 entra nella Top Hundred 2023. Gli altri vini prodotti sono il Provincia di Pavia Riesling “Rampicone”, Provincia di Pavia Pinot Nero “Campo dei Graci”, Oltrepò Pavese Buttafuoco, Spumante Brut Metodo Classico “Casto”, Spumante Brut Rosato Metodo Classico “Casto”.
Le Cantine Cavallotti - oggi alla terza generazione con i fratelli Elena e Cesare, - nascono invece in Valle Scuropasso nel comune di Cigognola nel lontano 1944, dalla visione del suo fondatore Ferdinando Cavallotti. La loro maggior attenzione è rivolta al Pinot Nero, che declinano nello Spumante Metodo classico “Linea la Bolla” ed il Pinot Nero vinificato in rosso linea “Nerot”. Della produzione, citiamo anche l’OP Bonarda “Passo Gaio”, l’OP Buttafuoco “Il Costone” e l’OP Sangue di Giuda “Chicco Dolce”.
L'azienda La Casaia ha sede a Santa Giuletta. Il progetto nasce da una costola dell’azienda Lozza, rinnovato nel segno del bio, e ha come obiettivo quello di esaltare le potenzialità enoiche di queste terre. Il lavoro si sublima con un grande classico dell'Oltrepò come la Bonarda e con la spumantistica, mentre sta lavorando in modo interessante sul Pinot nero che, si capisce subito scorrendo le etichette, rappresenta la loro scommessa. Consensi unanimi per lo Chardonnay metodo classico Brut Passione, di colore giallo oro con bollicina di media grandezza, ha un naso decisamente floreale con profumi di viola accompagnati da una marcata speziatura. in bocca è secco, diritto con acidità decisa e finale amaricante.
Infine, una new entry: si tratta di cantina Taia, a Montecalvo Versiggia, della famiglia Scarabelli; seguita dall’enologo Nicola Biasi, si estende sulle colline dell'Oltrepo con 15 ettari vitati, dai quali emergono prepotenti gli irresistibili Riesling Renano e Pinot Nero, anche in versione rosè. Da conoscere.
Ma non è tutto. Di alto profilo, la presenza delle referenze vitivinicole dell’Oltrepò Pavese nell'Enoteca di Golosaria: qui, c’è spazio per la degustazione di due vini top di Antonio, Fabiano ed Eleonora Giorgi di Canneto Pavese - Oltrepò Pavese Gran Cuvèe Storica Metodo Classico 'Giorgi 1870’ e O.P. Buttafuoco ‘Clilele’; per l'Oltrepò Pavese Bonarda 'Possessione di Vergombera’ della cantina Bruno Verdi, dove Paolo con la moglie Enrica e i figli Laura e Jacopo, coltiva con scrupolo e passione, vigne di proprietà da oltre 200 anni. E poi l'Oltrepò Pavese “Testarossa”, gloria della cantina di Santa Maria della Versa . W l’Oltrepò!!!