Nuova tornata di assaggi in direzione Top Hundred ma soprattutto per il nuovo libro dedicato al vino
Continuano gli assaggi per riconfermare le cantine che abbiamo premiato in passato e che oggi hanno cambiato o ampliato la produzione, per raccontarle sempre sotto una nuova prospettiva. Ecco una carrellata degli ultimi assaggi effettuati, con qualche grande classico.
TERRE DI GER - Refosco dal Peduncolo Rosso 2019
La storia di Gianni Spinazzè è quella di un imprenditore di genio sempre capace di guardare al futuro. Il suo contatto con il vino avviene giovanissimo con i vigneti che la famiglia gestiva in mezzadria. Poi sarà proprio il vino a far la sua fortuna, non come produttore, ma come costruttore di pali in cemento che dagli anni Sessanta si sono imposti nel settore ortofrutticolo e viticolo mondiale. Nel frattempo, però, continua a mantenere il rapporto con la vigna e partire dal 1975 comincia a lavorare al progetto di Podere del Ger che si struttura negli anni puntando sulla sostenibilità. Nelle ultime vendemmie a dare grandi frutti sono i vitigni Piwi, resistenti ai funghi, che permettono di ridurre l'utilizzo della chimica in vigna.
Il risultato è notevole anche nel bicchiere: lo abbiamo testato con i tre bianchi Limine, Arconi e Feltro, annata 2020. il primo ha un naso insolito con profumi di malva, albicocca e in bocca diventa vibrante con una speziatura lunga. L'Arconi ha naso molto complesso e intrigante, frutta esotica e fiori bianchi, con uno spunto animale e poi fumé. In bocca c'è la spinta minerale e il sorso molto ampio. Il Feltro ha invece più pronunciata la parte verde e balsamica con un sorso ancora bello, minerale, decisamente lungo. Il capolavoro è però un vino capace di magnificare la tradizione: il Refosco dal Peduncolo Rosso 2019. Un vino che ha tutto, ci siamo appuntati, perché capace di andare in profondità al naso con una parte verde, di peperone e foglia di pomodoro, poi pepe e polvere da sparo. In bocca pienezza e sincerità assoluta che accompagnano un sorso rotondo, da manuale.
PASSOPISCIARO - Passobianco Terre Siciliane IGP 2019
Andrea Franchetti ha inaugurato nel 2000 una cantina sulle pendici del vulcano: a lui il merito di aver intuito tra i primi le potenzialità di questo terroir che oggi è tra i più quotati al mondo. Il suo baglio è situato nel comune di Castiglione di Sicilia, sul versante nord dell’Etna, intorno ai 1.000 metri di altitudine. Qui vinifica uve da vecchie e vecchissime vigne della zona, esaltando al massimo le peculiarità dei singoli cru, suddivisi in base alla contrada di origine.
Il vino bandiera, e nostro Top Hundred, è l'Etna Rosso Passorosso, assemblaggio delle uve di nerello mascalese provenienti da diversi vigneti situati a quote diverse, dal colore rubino brillante, dai profumi di grande eleganza, ha quella straordinaria, minerale profondità che caratterizza i grandi vini dell’Etna. Straordinario anche il suo bianco, Passobianco Terre Siciliane 2019, prodotte con chardonnay in purezza, da viti situate tra gli 850 e i 1000 metri in Contrada Guardiola. Un vino consistente fin dal colore che arriva alle tonalità dell'oro e che mostra già una spiccata mineralità al naso, decisamente fine. In bocca è caldo, ma con la giusta acidità e con un piacevole finale ammandorlato.
CASAL PILOZZO - Lazio Bianco Colle Gaio 1996 The Old white
La tenuta Casal Pilozzo è una delle aziende più antiche dei Castelli Romani posta su una collina a pochi chilometri da Roma. La sua storia è millenaria: è stata l'abitazione della nipote dell'Imperatore Traiano e, nei secoli ha ospitato varie personalità, dalle illustri famiglie Filonardi, Brandi e Bottai, a Orson Welles e Tyrone Power. Oggi questa è la casa di un grande artista del vino, Antonio Pulcini, che utilizza un'antica grotta scavata nel tufo nel sotto suolo del Casale che si estende per una vasta area, per affinare i vini ottenuti da malvasia del Lazio, grechetto antico e chardonnay per i vini bianchi e pinot nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e syrah per i rossi.
L'assaggio di quest'anno ancora una volta ci ha confermato che ci troviamo non di fronte a un grande, ma ad un unicum. Il Lazio Bianco Colle Gaio 1996 The Old white ha colore dorato intenso ancora vivo e brillante, naso cangiante e profondo, di ananas, nota fumé, dattero secco, fiori secchi. Sorso molto intenso, fumé, lungo. Il Vino da Tavola Bianco - Vendemmia 1994 da uve malvasia ha note di idrocarburi ed essenze floreali. Il Vino da Tavola Rosso San Cristiano Vendemmia 1993 racconta una storia a sè: al naso ha diversi spunti terziari, funghi secchi, sottobosco, nota fumé. Poi in bocca ha una vena ematica evidente. Ancora molto interessante nonostante i 28 anni sulle spalle.
LE CORNE - Bergamasca Rosso Pjeras 2015
Non ha bisogno di presentazioni questa cantina bergamasca, con una trentina di ettari in regime biologico in quel di Grumello del Monte. Ne abbiamo parlato a lungo lo scorso anno quando è diventata Top dei Top tra i rossi con il suo Cabernet Franc “Vento Fermo” 2018. Quest'anno abbiamo riassaggiato i vini che già ci avevano colpito e il risultato ancora una volta è stato straordinario. Il Bergamasca Vento Fermo Merlot Vino Biologico 2019 è decisamente animale con sentori di sottobosco dopo il temporale. Naso intenso, pungente, in bocca ha davvero tanta sostanza, rotondità ma anche calore.
Il Bergamasca Vento Fermo Cabernet Franc Vino Biologico 2019 ha profumi netti di peperone e cacao, molto freschi. In bocca è netto, con una speziatura marcata di pepe di kubebe resinoso e un tannino ancora un po' allappante. Il Bergamasca Rosso Pjeras 2015 ha naso profondo di confettura di prugna e note terziarie avanzate. In bocca è decisamente pieno, rotondo, speziato di chiodi di garofano e pepe. Un sorso che cambia nel tempo, si distende in un allungo dirompente. Ma primo o poi vi parleremo anche di una verticale di pinot nero, altro asso nella manica di questa cantina del cuore.
DI LENARDO - Ribolla Gialla Metodo Classico 2019
La storia ha inizio nel 1878 quando Giuseppe Di Lenardo decide di acquistare e ristrutturare una villa napoleonica del 1737 dov'era già presente una piccola produzione vinicola, assieme ad una maggiore produzione di seminativi. Solo verso la fine degli anni '80 del Novecento le cose cambiano radicalmente e con l'arrivo di una nuova generazione vengono investite ingenti risorse nelal vigna e nella costruzione di una cantina. A partire dalla vendemmia 1998 Massimo Di Lenardo imprime la propria filosofia alla produzione puntando su vitigni autoctoni e vini monovarietali, sostenibilità e tecnologia.
Gli assaggi sono stati tutti di grande livello: il Sauvignon ha naso elegante, di pomodoro e frutta gialla, sapido. Lo Chardonnay ha profumi di fiori e banana, in bocca, dove dà il meglio di sé, e rotondo e fresco sul finale. Thanks nasce da chardonnay, sauvignon, friulano, verduzzo. Ha colore oro antico brillante, naso agrumato (pompelmo) e mentolato. In bocca è velluto puro. Molto buono anche il Pinot Grigio dove entra prepotentemente la pera accompagnata da salvia e menta. Eccellente la Ribolla Gialla - Spumante Brut Metodo Classico 2019 che si esprime già al meglio con un bel naso fruttato che si riverbera in bocca, la mineralità e la freschezza dei grandi spumanti.
CASTELLO DEL TREBBIO - Chianti Rufina Riserva Lastricato
La location è già da film: si tratta di una tenuta fortificata, sorta intorno all'anno Mille, dove venne ordita la congiura de' Pazzi che cambiò per sempre la storia della Toscana perché dal suo fallimento derivò gran parte del potere dei Medici. Oggi qui invece si fa un grande vino, seguendo i dettami del metodo biointegrale messo a punto dal gruppo DCasadei a cui questa proprietà appartiene. Ci ha colpito il Toscana Bianco Congiura, da uve riesling, pinot grigio e pinot bianco, con i suoi effluvi - e non potrebbe essere altrimenti - di polvere da sparo o ancora il Pazzesco con le sue note tostate, di caffetteria, che ben si accostano alla frutta sotto spirito. Top Hundred però sarà un grande Chianti, il Rufina Riserva “Lastricato", ampio con note che spaziano dalla frutta sotto spirito al cioccolato per arrivare in bocca dove ha sorto setoso e una pienezza che lo colloca alla perfezione nello stile di questo gruppo. Da segnalare anche il Chianti Superiore 2019 disteso e minerale, con naso di cioccolato e chiodi di garofano. Bravo Stefano!
SARTORI - Valpolicella Classico Superiore Montegradella 2017
La storia di Sartori, come di tante cantine nell'area veneta, nasce dalla necessità di produrre il vino per l'osteria di famiglia con il conseguente acquisto di vigne. È proprio questa necessità che spinge infatti il bisnonno Pietro a fine Ottocento a piantare le sue prime barbatelle. Si apre così una storia gloriosa nel mondo del vino italiano che nell'arco di quattro generazioni si è trasformata in un'azienda presente sui principali mercati mondiali con i vini più legati alla storia della Valpolicella quindi Bardolino, Valpolicella, Recioto e naturalmente Amarone.
Tra i nostri ultimi assaggi abbiamo apprezzato il Bianco Veronese Marani 2019 con note al naso minerali e fruttate e sorso molto ricco, il Sella Soave Classico 2020 che punta sulla delicatezza e piace per il suo finale leggermente ammandorlato e l'Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2013 Corte Bra che porta in sè tutta la ricchezza e la magnificenza di questo vino. A lasciare il segno sarà però il Valpolicella Classico Superiore Montegradella 2017 che al naso esprime profumi di confettura di prugna e mallo di noce che ritorna piacevolmente anche nel retrogusto. Radioso e piacevole.
ERSTE NEUE - Lagrein Riserva Puntay 2018
Erste Neue è un perfetto esempio dell’evoluzione della cooperazione in Alto Adige. Rappresenta infatti la fusione della Prima Cantina Sociale di Caldaro “Erste” con la Nuova Cantina Sociale di Caldaro “Neue” (fondate rispettivamente nel 1900 e nel 1925) che sono confluite (ma mantenendo però il marchio) nella Cantina Kaltern. Quello che è nato è un colosso della viticoltura, con marchi separati, ma un’organizzazione perfetta, dalla produzione alla comunicazione. Le referenze sono tantissime, con alcune punte di eccellenza come la linea Puntay di cui fa parte anche il nostro Top Hundred.
L’Alto Adige Lagrein Riserva Puntay è un capolavoro, che - siamo certi - in una degustazione alla cieca potrebbe rivaleggiare con i più grandi rossi del mondo. Ha un naso ampio, profondo, tutto giocato su un susseguirsi di profumi, dalla classica confettura alle spezie fino al cioccolato, che a loro volta si ritrovano nel retrogusto, seguendo la cifra stilistica dell’eleganza che abbiamo ritrovato in tutti i campioni Erste Neue. Infatti lo dimostra l'assaggio del Sauvignon Puntay 2019, dove il bosso al naso si assottiglia e siingentilisce, in bocca invece è grande: pieno ma vibrante, scalare, acido verso la fine.
TENUTA LA PRESA - Bardolino 2019
Questa tenuta nasce dalla passione della famiglia Dei Micheli che nel 1995 decide di acquistare una grande proprietà di 30 ettari a Caprino Veronese su cui poi svilupperà la proprietà attuale che comprende 100 ettari e due cantine, di produzione e affinamento corredata da una struttura di accoglienza di primo piano, con un vero e proprio wine relais, ambientato in una dimora del Quattrocento edificata ai piedi del monte Baldo. Ci è piaciuto molto il Chiaretto, dal colore che richiama la buccia di cipolla, con al naso profumi quasi di caramelline corredati da una speziatura di zenzero. Da Top Hundred invece il Bardolino 2019. Di colore rubino trasparente, al naso è profondo , con piccoli frutti e sottile speziatura mentre in bocca può giocare su freschezza e lunghezza.
CARUSO & MININI - Terre Siciliane Grillo Tagòs Vendemmia Tardiva 2017
Stefano Caruso e Mario Minini hanno scelto di realizzare la loro cantina in un antico baglio nel cuore della tradizionale area degli stabilimenti vinicoli marsalesi. Qui, tra mura edificate nel 1904, nel baglio - che conserva inalterati i canoni della tradizione di Marsala, con l’ampio cortile quadrato circondato da edifici che accolgono tutte le fasi di lavorazione del vino - è perfetta la simbiosi tra le più moderne tecnologie enologiche e gli ambienti progettati 100 anni fa. I vini nel loro equilibrio straordinario sembrano rispecchiare appieno questa armonia. Il vino che abbiamo premiato tanti anni fa non è più prodotto e questo è una fortuna perché per la riassegnazione abbiamo degustato buona parte della produzione ed è stata una degustazione esaltante, tanto che Paolo Massobrio ha voluto telefonare in azienda alla figlia per complimentarsi. Partiamo dai bianchi: il Sicilia Grillo 2020 ha profumi di caramelline, pesca, miele di agrumi, con una bocca minerale. Con il Cataratto si cambia registro per un vino che al naso punta più sulla pietra e sulle note animali, appena addolcite dalla frutta bianca.
Tra i rossi ecco il Terre Siciliane Perricone 2020, un vino al perfetto grado di maturazione, nonostante la giovane età, con un naso decisamente fruttato, ricco di mirtilli che in bocca scorre piacevolmente. Il Sicilia Nero d'Avola Cutaja Riserva 2017 è naturalmente di un'altra scuola ma la mano si sente: naso di mirtilli in confettura con ampia speziatura finale e note balsamiche che tornano nel retrogusto. Fruttato anche il Syrah che porta il nome di Delia Nivolelli, assaggiato nella Riserva 2014. Un Syrah elegante con solo una leggera nota di pellame. Il nostro Top Hundred sarà però per un'interpretazione originale del grillo che ci dice molto sulla versatilità di questo vitigno: il Tagòs Vendemmia Tardiva 2017 è un grillo con i descrittori dei grandi passiti, come il dattero, e la sicilianità della zagara, speziature di sandalo e lavanda, in bocca ha acidità, è quasi sapido, tutt'altro che stucchevole. Grandissimo.