Possibilità di degustare l’ampio spettro della viticoltura mantovana nell’enoteca dello stand Consorzio Vini Mantovani e di approfondire la loro conoscenza in una Masterclass dedicata
Una produzione da scoprire quella ottenuta nelle due aree vitivinicole che circondano la “città-museo” di Mantova, patrimonio Unesco: i Colli Morenici Mantovani a nord, caratterizzati da vitigni internazionali (cabernet, merlot, chardonnay, pinot bianco e grigio, sauvignon), e a sud lʼarea Viadanese-Sabbionetano sulla riva sinistra del fiume Po, e il cosidetto Oltrepò Mantovano sulla riva destra, regno del Lambrusco Mantovano.
A vigilare, tutelare, valorizzare e comunicare questo sistema è il Consorzio Vini Mantovani, costituito il 3 Agosto 2012, che si fa anche promotore di una viticoltura improntata alla sostenibilità e al minimo impatto ambientale. Le DOC sono Garda Colli Mantovani e Lambrusco Mantovano, mentre le 4 denominazioni IGT - Provincia di Mantova, Quistello, Sabbioneta e Alto Mincio - sono frutto di una lunga selezione delle varietà più adatte alle specificità dei terreni.
A Golosaria Milano, si avrà la possibilità di degustare l’ampio spettro della viticoltura mantovana nell’enoteca dello stand Consorzio Vini Mantovani (stand n°244), e di approfondire la loro conoscenza in una Masterclass dedicata nell’area Wine Tasting - lunedì 6 novembre alle ore 11.30 - dove protagoniste saranno le 3 cantine top presenti con stand in fiera: Cantina Ricchi, splendida realtà di Monzambano, cuore dei Colli Morenici Mantovani, che deve il suo nome al territorio una volta selvatico e difficile da coltivare - dal latino “rachinus” - caratteristica che avrebbe scoraggiato chiunque ad investire su queste colline. Enrico Stefanoni, trivasolo dell’attuale proprietario, non si è però lasciato scoraggiare, decidendo su puntare su una viticoltura di qualità.
Gorzoni di Villimpenta, antico borgo al confine con il Veneto, fondata nel 2010 da Fabrizio Gorzoni ed oggi arrivata a sei ettari vitati di uve Lambrusco, Ancellotta, Salamino e Merlot. Oggi, insieme al figlio Matteo, produce circa 20 mila bottiglie e cinque vini all’interno di una linea denominata “Crepuscolo”.
La Cantina Sociale Cooperativa di Quistello è stata invece fondata nel 1928, e oggi conta 300 soci che lavorano con impegno e dedizione per garantire sempre la genuinità del prodotto al consumatore finale, seguendo sistemi di lotta guidata integrata a basso impatto ambientale. Si trova in luoghi che vantano tradizioni enologiche antichissime, come testimoniano anche gli antichi monasteri benedettini, primo tra tutti quello di San Benedetto Po, detto del Polirone, voluto espressamente dalla gran duchessa Matilde di Canossa e di cui Quistello era uno dei Vicariati. Qui furono trovati documenti che attestano la coltivazione della 'Vitis Labrusca' fin da tempi remoti. Ora i vitigni protagonisti sono il lambrusco maestri, salamino, marani e in particolare l’autoctono grappello Ruberti, vero simbolo della cantina quistellese.