I saloni del Castello di Casale saranno il consueto palcoscenico per i migliori artigiani del gusto provenienti un po' da tutta Italia
Proseguono a ritmo serrato le adesioni per essere protagonisti con uno spazio espositivo al Castello di Casale Monferrato, per un weekend (11 e 12 settembre) che sarà tutto da vivere anche grazie alle numerose iniziative open air che si stanno pianificando nei Paesi e nei Castelli del Monferrato Alessandrino e Astigiano!
Ha confermato la sua presenza per il secondo anno consecutivo il Consorzio di Tutela della Robiola di Roccaverano. Avremo così la possibilità di assaggiare e acquistare questa squisita chicca casearia realizzata a latte 100% caprino (oppure caprino/bovino), che viene ancora oggi prodotta artigianalmente esclusivamente nel territorio intorno a Roccaverano. La sua lunga storia arriva fino ai Celti, e compare addirittura negli scritti di Plinio il Vecchio! (Piazza Barbero, 1, Roccaverano AT 0144 88465).
Ed ora un’altra eccellenza dell’Astigiano. Parliamo del salame cotto, che affonda le sue origini nella civiltà contadina. Un tempo prodotto con i tagli più poveri del maiale oggi in realtà prevede l’utilizzo di quelli più pregiati, con un risultato di grande valore. Nelle sale del Castello potrete assaggiarne un campione davvero top, quello prodotto dal salumificio di Angelo Bona (via Carlo Alberto, 128, Nizza Monferrato, tel. 0141726360) Oggi, con il figlio Giovanni, segue personalmente la trasformazione delle carni suine in altri prelibati insaccati come il salame crudo, salsiccia, pancetta e, nella stagione invernale, in cotechino. Ma ci sono anche il Salom ed Nissa, un salame crudo a marchio registrato che ha nell’impasto il Nizza Docg che gli dona particolare morbidezza, il Salame al tartufo bianco, nella stagione invernale, e il Salame con Nocciola Piemonte Igp, caratterizzato da un gioco di consistenze davvero interessante.
Altra storica presenza sempre gradita, l'Az. Agr. Cocchi Acetaia San Matteo (via Canaletto Nord, 786, tel. 3389334017) dove Sandra e il marito Luciano portano avanti con rigore e con passione la produzione dell’oro nero di Modena, l’Aceto Balsamico Tradizionale. Realizzato con mosto di uve tipiche (lambrusco, berzemino, spergola, trebbiano), viene fatto cuocere a fiamma diretta in caldaie a cielo aperto, e poi travasato dalla botte più grande a quella più piccola. Deve sostare in batteria almeno 12 anni prima di essere prelevato dall’ultima botte. Da loro è possibile acquistare anche quello “Stravecchio”, affinato oltre il quarto di secolo, e una serie di squisite confetture di frutta all’aceto balsamico.
Ci spostiamo ora nell’estremo Ponente Ligure, per andare a scoprire un olio Evo davvero di prima qualità. Lo produce la famiglia Novaro dal lontano 1860 sulle colline di Imperia (via della Repubblica, 19, tel. 0183272195). Un esempio di dedizione assoluta e di esperienza che oggi si traduce in primis in un eccellente olio di cultivar Taggiasca, ideale con i piatti di mare e di terra, ma perfetto anche con le insalate e le crudità. Da provare anche le conserve e i condimenti, quali il paté di olive taggiasche, le olive taggiasche in olio extravergine di oliva, il paté di pomodori secchi.
Sempre in quegli anni - oltre un secolo e mezzo fa - prendeva avvio un’altra storica attività conserviera, quella della famiglia Rocca, originaria anch’essa della Liguria, ma poi radicatasi in Valtellina (Rocca Luigi & Figlio - 1870, Morbegno (So), via Luigi Rocca, 3, tel. 0342610212. Per loro sarà invece un esordio a Golosaria. Stupefacente la loro teoria di conserve di prim'ordine: dai funghi (porcini in primis) ai filetti di alici in salsa piccante preparati seguendo una ricetta di inizio Novecento che prevede un ulteriore periodo di stagionatura di due mesi, dopo il confezionamento. Imperdibile la linea degli ortaggi in vasetto, che contempla peperoncini rossi farciti con acciughe e capperi, olive verdi sempre farcite con acciughe e capperi, l'aglio alle erbe alpine, i cavolini in agrodolce e gli spettacolari carciofini.
Rimaniamo in Lombardia, ma ci spostiamo in Lomellina, per andare alla scoperta di una materia prima che vanta una storia millenaria. È la cipolla rossa di Breme, per la quale, nel 2008, questo piccolo comune pavese ha deliberato la Denominazione Comunale. Giuseppe Tagliabue (Cascina Ardita, Breme (Pv), tel. 3357584437) imprenditore brianzolo, ha ritagliato dai circa 300 ettari di terreno di proprietà, destinati a cerealicoltura e risicoltura, una nicchia di coltivazione (un ettaro) destinata proprio alla mitica cipolla rossa di Breme. Oltre a proporla fresca, la trasforma in autentiche golosità sottovetro: in agrodolce, come composta, come salsa di cipolle e arancia, oppure albicocche e pepe nero da spalmare su crostini e bruschette. Infine, l'originale chutney di cipolla rossa di Breme (ingredienti olio Evo, aceto di vino, zucchero, semi di senape), un condimento agrodolce, più o meno piccante, di origine indiana ma molto diffuso soprattutto nella cucina inglese.
Il nuovo e innovativo corso della tradizione dolciaria piemontese schiera al Castello di Casale due grandi interpreti: il primo è in realtà un duo, Giacomo Rabbia e Ruben Semino, che in quel di Gavi - Dolce Stil Novi (via Serravalle, 27, tel. 3467664802 - 346732873) - producono una eccellente pasticceria secca, ispirandosi ai principi della nutraceutica: dagli squisiti amaretti di Gavi, realizzati secondo un'antica ricetta dell'Appennino ligure -piemontese. Sono dolcetti morbidi, a base di mandorle dolci e amare, albume e zucchero. Accanto alla versione classica, c’è quella con scorze d'arancia, al miele, o al cioccolato e in versione vegana, realizzata con l'acqua delle fave. Quindi la proposta di baci di dama e di frollini deliziosi, anche parzialmente ricoperti al cioccolato.
Il secondo - Dolci e Dintorni (Gamalero (Al), fraz. San Rocco, via Marconi, 113, tel. 3383240539) - vede al timone Roberto Tolotti, autore di una viaggio creativo nelle diverse tradizioni dolciarie della Penisola. Nella gamma da lui proposta, avremo “Italo”, versione italiana dei “cookies”, biscotti americani con gocce di cioccolato; Amanda, friabili biscotti a forma di fiore con farina di mandorle e mandorle d’Avola; “Nella" sono biscotti tondi aromatizzati alla cannella; “Lola" contengono le pregiate nocciole del Piemonte; “Sally" sono barrette che stupiscono per il loro sapore dolce e salato perché realizzate con burro salato e gocce di cioccolato; poi ci sono “Pino”, il ricco dolcetto con pinoli e uvetta, “Berto”, il goloso Pandolce di Genova con tanti canditi, uvette, pinoli e ciliegie candite, “Eros”, il biscotto piccantino a forma di cuore, con cacao amaro, scorza e succo d’arancia e un tocco di peperoncino che si scopre al palato solo sul finale.